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Ecco come ottimizzo un sito web: il vostro

Qualche mese fa Francesco de Francesco di Yoyo Formazione Rotolante mi ha telefonato per propormi la docenza ad un nuovo evento/corso SEO, dalla formula decisamente innovativa. Ecco, più o meno, come si è svolta la discussione:

Francesco: Ciao Enrico, disturbo?
Enrico: Ciao! No, affatto, dimmi.
F: Volevo parlarti di un’idea che ci era venuta in mente, riguardo un nuovo corso SEO.
E: Sono tutt’orecchi.
F: L’idea è di fare una tre-giorni durante i quali tu ed un paio di altri docenti lavorerete all’ottimizzazione SEO di alcuni siti web, esattamente come fareste se fossero vostri clienti. E i siti web da ottimizzare verrebbero selezionati tra quelli degli iscritti al corso.
E: Figo!
F: Durante il lavoro, voi spieghereste per filo e per segno alla platea che cosa state facendo e sopratutto perché. Gli iscritti potranno fare domande in qualsiasi momento e in questo modo potranno apprendere i vostri metodi di analisi e le vostre procedure. L’evento lo chiamiamo “SEO Rock“!
E: Ci sto! Dove devo firmare?

Non ricordo di aver mai osservato una formula simile per un corso SEO e il modello piuttosto inusuale lo allontana dalla definizione stessa di “corso”, perché l’approccio non è teorico ma segue la filosofia del learning-by-doing: ti faccio vedere come si fa e tu impari.

L’aspetto del quale voglio discutere in questo post riguarda però quali esigenze SEO un evento simile è in grado di soddisfare.

Acquisizione di un metodo

Logo del SEO RockChiunque si getti nello studio del SEO e dei motori di ricerca non ha difficoltà a tenersi aggiornato o a trovare gli strumenti utili alle proprie attività. Informazioni e strumenti abbondano, quello che molti hanno difficoltà a definire è un metodo di lavoro.

L’esigenza è ancora più sentita da coloro che vogliono “industrializzare” delle procedure per rendere il proprio lavoro più metodico, più ordinato e più facilmente replicabile a prescindere dai contesti.

Personalmente, ritengo che il search marketing stia andando da tempo (sebbene molto lentamente) in direzione di un approccio consulenziale e che ogni progetto possa aprire la strada a soluzioni sempre più originali e creative. Ma anche le attività che sfuggono agli schemi rigidi possono essere organizzate all’interno di schemi replicabili.

Durante il SEO Rock cercherò sopratutto di trasmettere un metodo di lavoro e delle procedure da sfruttare concretamente per il lavoro SEO quotidiano.

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316 milioni di backlink, 100% white hat

Per il sottoscritto, gli eventi SEO di riferimento in questi e nei prossimi mesi sono il Convegno GT, tenutosi a Riccione sabato 17 e domenica 18 dicembre 2011, e il SEO Rock, che è un “corso” SEO dalla formula innovativa che si terrà a febbraio 2012 e del quale vi parlerò nei prossimi giorni.

Quest’anno il Convegno GT si è rivelata una tappa complessa, perché l’intervento presentato da Cesarino Morellato e dal sottoscritto ha richiesto molta progettazione, tante prove e la produzione di un bel po’ di materiale.

Per coloro che non erano presenti, riassumerò l’intervento dicendo che si è trattato di un confronto/duello tra le pratiche white hat e quelle black hat. Cesarino ed io abbiamo puntato anche sugli aspetti divertiti e divertenti della presentazione e pensiamo di essere riusciti a mantenere viva l’attenzione della platea.

Ne approfitto per mostrarvi il video che ha introdotto l’entrata in scena di Cesarino e mia.

SEO Wars al Convegno GT 2011 from Enrico Altavilla on Vimeo.

Durante l’intervento, nel tentativo di dimostrare che il personaggio recitato dal sottoscritto fosse di natura black hat, è stata mostrata una slide che visualizzava la quantità di backlink verso un mio vecchio sito: 316 milioni e spiccioli.

316 milioni di backlink riportati da Majestic SEO

Il punto interessante della faccenda, che non è stato volutamente evidenziato troppo durante l’intervento per esigenze di copione, è che l’aspetto black di questo risultato era rappresentato da una concentrazione del PageRank sulla home page, attraverso redirezioni viste solo dai client che non presentavano un referer (e quindi anche dagli spider). Ma la quantità di backlink, beh, quella è nata da azioni 100% spontanee e non c’è stato bisogno di cercare link né incentivarne in alcun modo la produzione.

Scrivo questo post perché, sotto sotto, i miei migliori risultati SEO su progetti personali sono sempre stati raggiunti puntando sulla qualità ed utilità di risorse, che hanno poi ottenuto riconoscimenti spontanei: notando l’ilarità della platea di fronte alla gargantuesca mole di quei backlink, era giusto precisare che esistono attività white che non hanno nulla da invidiare a quelle black. Basta trovarle. 😉

Il duello a sorpresa per il convegno GT

Come alcuni di voi già sapranno, per il Convegno GT 2011 mi darò battaglia con Cesarino Morellato su alcuni temi che noi riteniamo importanti e sui quali siamo profondamente in disaccordo.

The knightsQuanto profondamente? Abbastanza da rendere la discussione un vero e proprio duello di fatti e opinioni, durante il quale sarà importante scegliere le mosse giuste per risultare alla fine vincitore.

Volutamente, non stiamo rivelando molto su quanto faremo, quindi vi lascio con il testo originale del titolo e della descrizione dell’intervento che faremo.

Duello a sorpresa tra Cesarino Morellato ed Enrico Altavilla

Enrico Altavilla e Cesarino Morellato si daranno battaglia sulle differenze di approccio nella gestione dei fattori SEO esterni. Due punti di vista assoluti e contrapposti, dai quali imparare osservando le diversità e ragionando su tutte le sfumature di grigio che esistono tra gli estremi del bianco e del nero. E tu da che parte starai?

Ci si vede a Riccione, sabato 17 e domenica 18 dicembre! 🙂

Dieci comandamenti su come difendersi dai “SEO”

Il presente articolo è un guest post scritto da Cesarino Morellato (DAO Daddy), che ringrazio molto per il contributo. [NdLow] 🙂

Dieci comandamenti su come difendersi dai “SEO”

Cesarino Morellato con le tavole delle regole SEODecalogo dedicato a chi in azienda deve fare la scelta del consulente SEO, o della società SEO, ma non conosce assolutamente niente della materia.

Per chi non sa cosa sia SEO, è l’acronimo di Search Engine Optimization e sta a significare quella attività che studia e aiuta la realizzazione di pagine ottimizzate per i motori di ricerca e ne consente una lettura nel migliore dei modi non solo al navigatore ma anche ai software dei motori.

Durante uno dei tanti aperitivi, con amici SEO, mi sono ricordato di aver ricevuto un’esilarante mail che promuoveva un corso “avanzatissimo” di SEO. Questa mail mi ha fatto riflettere per l’ennesima volta sulla difficoltà per un non addetto ai lavori nel distinguere la professionalità dagli imbonitori, non per evitare totalmente le fregature ma almeno per ridurle al minimo.

1 Ricerca per nome e cognome

Se non lo trovate non è un buon segno, potrebbe essere che non abbia un sito proprio, ma almeno su Linkedin, Facebook o Twitter ci deve pur essere.

Come può proporvi una cosa che egli non usa? Potrebbe essere un servizio innovativo, ma se dovete fare da cavia meglio saperlo, no? Inoltre le cavie non pagano, anzi alcune volte vengono pagate. 😉

Nel caso di un team, fatevi dare nomi e cognomi dei componenti. Troppo spesso, si spacciano “team dedicati” per poi scoprire che sono solo 2 o peggio è sempre solo una persona.

2 Referenze

Chiedetegli una referenza, un cliente da contattare, ma non un collega! Spesso il nostro è un settore autoreferenziale ed anche un collega ha difficoltà a capire esattamente le capacità e conoscenze dei colleghi, tranne nel caso in cui abbia lavorato insieme.
Un cliente, invece, sarà in grado di dirvi non solo le capacità tecniche, ma anche serietà, riservatezza e attitudine a risolvere i problemi. Un buon fornitore lo si scopre anche in caso di problemi.

3 Garanzie

La conoscenza di un SEO si basa sulla conoscenza di regole del passato, quindi chi garantisce conoscenza del futuro, in realtà fa un azzardo. Come lo staniamo? Proponete il pagamento “tutto” a risultato raggiunto, se accetta le sue garanzie sono in buona fede, se invece sono parte all’ordine e parte a risultato, potrebbe già celarsi la fregatura. Ho visto in passato, sedicenti consulenti farsi pagare il 30 % all’ordine ed il restante spalmato nel tempo a fronte di risultati. Sembrerebbe perfetto, peccato che se sono in male fede, si prendono il 30% non fanno nulla o molto poco e posso fregarmene del saldo.

4 Offerta prima di aver fatto analisi

Se vi vengono proposte delle soluzioni, prima di aver condotto un’attenta analisi, è evidente che non vi sta proponendo qualcosa utile a voi, ma tenta di vendere un suo prodotto, a prescindere da cosa vi possa servire. E’ come un venditore di aspirapolvere, non si preoccupa di capire le vostre esigenze, cerca solo di vendervi il suo prodotto. Vi serve un trapano? Ma se lui ha l’aspirapolvere, quella tenta di vendere.

5 Servizio chiavi in mano

Diffidate da chi vi vuole vendere un servizio, chiavi in mano, dove voi non dovete fare nulla. Non esistono casi dove l’attività viene data tutta in out sourcing! I contenuti del sito, per esempio, non possono essere scritti da un esterno, tranne nel caso in cui questo esterno non venga formato nel prodotto o nel servizio erogato dal sito. Inoltre l’attività del SEO non può e non deve terminare dopo un lasso di tempo, ma è un’attività che prosegue nel tempo. Ne deriva che se viene usato un servizio esterno, si dovrà pensare ad un rapporto duraturo nel tempo.

6 Servizio a numero di chiavi di ricerca

Un servizio a numero di chiavi di ricerca è da evitare, primo perché se il progetto SEO che intraprendete è agli inizi non sapete né quali né quante sono le chiavi che generano traffico o conversione, in altre parole quelle che vi saranno utili.
Secondo, perché il numero delle chiavi è relativo ai settori, vi sono settori composti da 10 chiavi altri da migliaia e questo a priori non è dato a sapersi.

7 Vuole vendervi il SEO a tutti i costi

Non è detto che il servizio SEO vada bene per tutti i progetti. Se uno vuole vendervi a tutti costi il suo servizio, potrebbe essere che la sua necessità sia di vendere il suo prodotto, non quello che serve a voi. Porre sempre la domanda, in quali casi il SEO non è conveniente? Se non risponde, o risponde in modo evasivo, dubitate!

8 Lingua italiana

Valutate anche il modo di esprimersi, se poi dovrà occuparsi anche dei contenuti del vostro sito, è fondamentale che conosca la lingua italiana. Non sottovalutate il modo di scrivere, se nella documentazione dovete rileggere in continuazione e non capite cosa scrive, pensate che quella è la sua materia e non la sa spiegare: come potrà farlo con il vostro prodotto o servizio che conosce certamente meno?

9 Trucchi e segreti

Non esistono né trucchi e segreti né maghi o guru! Chi millanta di conoscere la formuletta magica, è come un cartomante, gioca sulla suggestione o sulla vostra non conoscenza. Per raggiungere risultati, il lavoro da fare è proporzionato alla competizione del settore.

Anche per i bond argentini o Parmalat si promettevano “miracoli”, ed anche in Internet come nella realtà, le scorciatoie possono essere rischiose.

10 Lista dei motori

In Italia purtroppo, e sottolineo purtroppo, Google la fa da padrone, possiamo aggiungere Bing e Yahoo ma la lista finisce qui. A chi vi vuole vendere servizi comprendenti altri motori oltre ai sopra citati, chiedete sempre di inserirvi nel contratto i posizionamenti in Google. Se poi sarete anche su altri motori, meglio, ma non possono e non devono essere oggetto della garanzia o del contratto.
NB: questo vale per un progetto in lingua italiana in Italia, se il progetto è internazionale, fatevi dare le percentuali di share dei vari motori che vogliono vendervi.

Spero che la lista vi sia di aiuto e vi faccia evitare brutte sorprese.

Cesarino Morellato
DAO Daddy