Le 10 cagate SEO di cui non si dovrebbe parlare più

MAI più.

Inizio questo post con una doverosa precisazione: il termine “cagate” viene usato in questo articolo con l’accezione di “cose di poco conto” e non con quella di “cose di nessun conto”.

Via via che il ricambio generazionale SEO avanza, è inevitabile che su forum, blog e social network vengano riproposte domande e questioni di vecchia data.

Da un lato questa riproposizione va un po’ a beneficio delle nuove generazioni (che comunque hanno a disposizione i motori di ricerca ed un intero web sul quale sono state ripubblicato centinaia di volte le stesse risposte), altre volte tali argomenti riemergono anche tra chi fa SEO da anni, dietro la spinta di nuovi dubbi o perplessità.

SEO urlo

Copyright © Fabio Agostini

Dopo tanti anni di osservazione, ritengo che esista una gigantesca convenienza a mettere una pietra sopra certi argomenti, limitarsi a imparare l’ABC su di essi e investire meglio il proprio tempo occupandosi di questioni più concrete e utili.

Non è un caso che gli argomenti che elencherò vengano discussi lo stretto indispensabile (pochi minuti durante l’intera carriera?) dai SEO che reputo più esperti e periodicamente dai SEO che non ne sopravvalutano l’importanza.

Vi presento dunque una mia personalissima lista di cagate sulle quali sarebbe intelligente smettere di chiacchierare.

Se in futuro qualcuno inizierà a parlarvi dei seguenti argomenti, rimandatelo al presente post: l’interlocutore troverà la sua risposta definitiva e voi avrete investito nella discussione solo i pochi secondi che merita.

1. Il PageRank è importante o no?

Ogni volta che leggo questa domanda noto che nessuno specifica “importante per cosa”. Nella mente monodimensionale dei SEO, la funzione di tutto viene ricondotta al miglioramento della posizione di un sito nelle SERP, e quindi il “per cosa” è sottinteso che sia “per salire di posizione”.

Nella realtà di un motore di ricerca le cose sono però più complesse e il PageRank viene usato da Google in più di un contesto.

Sebbene la sua influenza diretta sulla posizione dei siti nelle SERP sia grandemente diminuita nel corso degli anni, rimane un indice che può aiutare Google a prendere tante decisioni importanti.

Per esempio, è stato notato che i siti o le sezioni di un sito sulle quali si concentra maggiormente il PageRank sono anche quelle che vengono scandagliate dallo spider di Google più in profondità. Per i siti grandi, questo fenomeno porta ad un maggiore numero di pagine archiviate da Google e quindi ad una maggiore probabilità di ricevere visibilità e visite dalle SERP.

Più che di effetti diretti sulla posizione nelle SERP si dovrebbe quindi parlare di benefici complementari, che possono contribuire alla visibilità di un sito in modo indiretto.

In aggiunta a tutto ciò, c’è da ricordare che la barretta verde non ha mai misurato il PageRank ma è solo un suo simulacro. Google ha regalato un semplice giocattolo ai normali utenti ma i SEO ed i proprietari dei siti lo hanno trasformato in un totem falliforme da usare per dimostrare al mondo di avercelo più lungo.

Non è un caso che nelle ultime versioni della toolbar di Google la barretta verde è stata rimossa dagli strumenti di default. Non escludo che il suggerimento sia arrivato da una sessuologa.

Adesso però è venuto il momento di mettere in moto la Delorean verso il 2011 e diffondere un nuovo mantra: “Chi parla ancora del PageRank ce l’ha piccolo.”.

2. Meglio il trattino o l’underscore?

A parte te e qualche pescatore di perle della Papuasia (vediamo chi becca la citazione cinematografica) scopertosi SEO nell’ultimo fine settimana, tutti gli altri hanno archiviato definitivamente l’argomento nel 2003.

Io consiglio di usare quello che mantiene il testo più leggibile per gli utenti (andrà bene anche per il SEO) e smettere di farsi le pippe mentali su ‘sta cagata pluriennale.

Ogni ulteriore secondo investito nel parlare di questo argomento di valenza infinitesimale è un secondo che si aggiunge alla perdita di tempo e denaro prodotta dalle decine di discussioni inutili che ho osservato negli anni.

Mo’ basta.

3. Perché il PageRank scende?

Questa domanda spesso nasce perché i SEO osservano la barretta verde scendere di un’unità e credono che si tratti di una diminuzione di PageRank.

E invece non è detto, magari il PageRank è salito.

Questo, lo ammetto, sembrerà controintuitivo: se il PageRank reale sale, perché mai la barretta verde dovrebbe accorciarsi?

Sarà mica legato al fatto che la barretta verde non ha mai misurato il PageRank? Bingo. Ma c’è anche altro.

Se volete una spiegazione completa e a prova di bambino di cinque anni, ne ho scritta una diversi anni fa a beneficio dei SEO-bimbi di allora. La trovate cercando su Google la storia del “ragno Michelino“. (sul serio)

Per tutti gli altri: che senso ha parlare di un argomento di cui non si capisce una cippa? Se si capisse una cippa del calcolo del PageRank, ma anche mezza, ma anche una fugace nebulizzazione di cippa, diventerebbe chiaro perché un’accorciamento della barretta non implica necessariamente una diminuzione del PageRank.

Nel caso in cui il calo di PageRank non fosse fittizio, esso avviene perché chi ti erogava PageRank adesso te ne eroga meno. Pazienza. Magari in futuro cerca di farti linkare da quei siti che ti sembrano destinati a farsi apprezzare dagli utenti.

Ma adesso basta con questi discorsi futuristici! Torniamo a scheggiare la selce perché domani Ugh ha bisogno di una nuova lancia per la caccia.

4. I menu a tendina sono considerati testo invisibile?

Questa domanda nasce spinta dalla convinzione che i motori di ricerca vogliano punire chi fa uso di testo invisibile. Il che è falso.

Il motore di ricerca non vuole penalizzare il testo invisibile in quanto tale bensì le eventuali cattive intenzioni dietro all’uso di un testo invisibile.

Quindi la domanda da farsi non è sul metodo tecnico ma sul suo scopo: “Lo stai facendo per indurre il motore a valutare testi che non vuoi presentare agli utenti?”.

Se la risposta è “no”, allora vai tranquillo e archivia anche ‘sta domanda ricorrente.

I menu a tendina nascono per esigenze di design e possono dormire sogni tranquilli.

5. Qual è la giusta keyword density?

Chiunque si ponga questa domanda andrebbe esorcizzato. Ripetutamente e prescindendo dal risultato ottenuto.

La keyword density non è mai stata usata dai motori di ricerca moderni per stabilire quanto un documento è attinente ad una query. L’ultimo utilizzo pratico che io conosco risale ad alcuni vecchi algoritmi in voga in ambito universitario negli anni settanta!

L’unica ragione per la quale la keyword density è diventata un argomento comune tra i SEO è che la sua comprensione è alla portata dei licheni. E dei SEO. Ma non tutti. Si tratta infatti di un semplice calcolo percentuale.

Probabilmente si tratta del più grande luogo comune SEO mai generatosi. In pratica, si è diffuso un concetto inutilizzato dai motori ma comprensibile ai SEO piuttosto che i concetti realmente applicati dai motori ma di difficile comprensione per degli organismi monocellulari.

E’ un po’ come voler diventare ingegnere aerospaziale studiando solo le macchine a vapore e, alla critica che la semplice conoscenza della forza vapore potrebbe non essere compatibile con ciò che fa un ingegnere aerospaziale, controbattere dicendo “Però il vapore è facile da capire. Fa anche ciuf ciuf.”. Magari con uno sguardo vagamente strabico.

Chi parla di keyword density rivela un deserto culturale: anche mettendo da parte l’ignoranza delle formule realmente usate dai motori di ricerca, carenza comprensibile, dichiara implicitamente una gigantesca sconoscenza della complessità dei motori e mostra un atteggiamento tipico di chi si aggrappa a dicerie e “sentito dire” in voga da anni.

L’espressione “keyword density” in bocca ad un SEO è la cartina di tornasole che può farvi capire quanto seriamente ha studiato e quanto chiara è la sua visione della complessità di un motore di ricerca.

Questo argomento è anche l’unico esempio tra i dieci proposti di cagata vera e propria e quindi non nell’accezione di “roba di poco conto” bensì col significato di “roba assolutamente farlocca”.

Se proprio non riuscite a vivere senza farcirvi la testa di formule e volete stare un po’ più al passo coi tempi (ma nemmeno troppo), date un’occhiata all’Okapi BM25 e alle sue varianti.

Fatevelo spiegare da Ugh quando torna dalla caccia.

6. Perché il motore mi ha penalizzato?

Nella stragrande maggioranza dei casi, perché te lo meriti; tuttavia ho voluto includere nella lista questa domanda per sottolineare che c’è una buona probabilità che non si tratti di una penalizzazione.

Una penalizzazione è un provvedimento speciale e volutamente punitivo, deciso dal motore nei confronti di chi ha fatto volontariamente e consapevolmente il birbante.

In tutti gli altri casi, ovvero quando da parte del webmaster/SEO non c’è volontà di fregare il motore di ricerca, in tutta probabilità la perdita di posizioni non è causata da una penalizzazione ma da una semplice applicazione degli algoritmi di ranking.

La distinzione potrà sembrare accademica e invece è molto pratica.

Innanzitutto va spiegato che il rapporto tra SEO e motore di ricerca è di tipo filiale: il motore, e Google in particolare, viene percepito come la figura maschile dominante, paterna, essenzialmente punitiva. Questo genere di relazione nasce perché il SEO percepisce sé stesso come un antagonista manipolatore, prova un costante senso di colpa nei confronti del motore e trascina la propria esistenza in maniera simile a quanto fa un roditore in una casa di campagna, nel continuo terrore di venire scoperto con le zampe dentro il barattolo dei biscotti.

Questo scenario induce il SEO a credere che ogni perdita di posizioni sia il frutto di una punizione incomprensibile e inferta ingiustamente.

Qui nasce il problema pratico: quando si parte dal presupposto che qualsiasi fenomeno sia una punizione, il SEO tende a chiedersi che cosa ha fatto di male, quando invece la ragione di un calo di visibilità potrebbe essere che non sono state fatte abbastanza cose buone. In tal caso, la soluzione ai problemi può consistere nell’andare a migliorare quanto fatto finora, invece di brancolare in cerca della specifica causa scatenante di una penalizzazione inesistente.

Ovviamente esistono anche le vere penalizzazioni, dovute ad attività di spam. Ma se sei uno spammer dovresti saperle distinguere dal normale cambio di ranking e saperle gestire.

L’importante è abbandonare definitivamente il paradigma penalizzazione-centrico e abbracciare quello qualità-centrico. In altre parole: piantiamola di chiederci perché Google ci picchia con un randello nodoso, perché chi non ha fatto volutamente spam perde posizioni semplicemente perchè gli algoritmi cambiano e il SEO non è stato sufficientemente bravo. Fine.

7. Perché è sceso il mio Alexa Rank?

Che crema protettiva hai usato contro le eruzioni di ammoniaca di Titano in questi ultimi due lustri?

Adesso che sei tornato sulla Terra è giusto che tu sappia che ci siamo evoluti e che nessuna persona minimamente equilibrata prende quell’indice come qualcosa di anche solo ipoteticamente valido, specie se il sito monitorato ha come target gli utenti italiani.

Lasciare perdere. Move on!

8. AdSense e AdWords influenzano la posizione nelle SERP organiche?

Esistono due Google: un Google tecnologico ed un Google commerciale. Si parlano ma non si rompono le scatole a vicenda.

Anche se troverete persone che sono pronte a scommettere la propria mamma e forse anche la cugina figa sul contrario di quanto sto per dire, la verità è che gli investimenti delle aziende in AdWords (o l’assenza di investimenti in AdWords) non producono alcun effetto sui risultati organici.

Chi è convinto del contrario fallisce miseramente nel comprendere che Google fa più soldi evitando influenze tra i due sistemi: organico e pubblicitario. E’ una logica che sfugge agli imprenditori che perseguono il massimo guadagno immediato ma dovrebbe risultare comprensibile a chiunque possieda una visione imprenditoriale più lungimirante basata sull’acquisizione di fiducia.

Questa dicotomia è proprio la chiave di volta che ha permesso a Google di sbaragliare ogni concorrenza in un mondo che, quando Google nacque, era pieno di motori che mischiavano risultati e naturali e pubblicitari come se fossero rum e Coca Cola per un Cuba Libre.

Stessa storia per AdSense. Tuttavia… gli ingegneri di Google che devono perseguire la massima qualità dei risultati organici sono certamente interessati ad acquisire quanti più segnali possibili sui siti web. Se tali segnali possono essere estratti grazie agli script di AdSense pubblicati sui siti web, non escludo che questo “approvviggionamento” possa avvenire, adesso o in futuro.

L’esempio più semplice che mi viene in mente è l’identificazione dei network di siti che fanno capo allo stesso soggetto: un codice di AdSense comune ai siti corrisponde ad una dichiarazione esplicita della natura di network. Questa dichiarazione non è di per sé una cosa buona o cattiva, tuttavia bisogna essere consapevoli che nel momento in cui Google volesse comporre dei risultati di ricerca garantendo una pluralità di soggetti, un network appartenente allo stesso soggetto potrebbe avere meno chance di presidiare una SERP.

La gente smetterà di farsi domande sulle commistioni tra denaro e risultati organici nel momento in cui entrerà nell’ottica di ciò che a Google conviene fare per raggiungere gli obiettivi di lungo termine che si è dato.

E’ un discorso delicato, tuttavia. Sono certo che prima o poi tornerò sull’argomento.

Per il momento beccatevi la risposta data.

9. Che peso ha il meta tag keywords?

Per la visibilità sui principali motori di ricerca, nessuno. Da anni e in alcuni casi da sempre. E’ aberrante che esista ancora gente che discuta ‘sta robaccia. Cos’è? Siete abbonati a “Pleistocene Oggi”?

10. Che ne pensi dell’algoritmo [inserire qui il tema dell’ultimissimo brevetto di Google]?

E’ più probabile che la tecnologia sbandierata nell’ultimo brevetto pubblicato da Google non sia usata dal motore di ricerca. La ragione è anche solo quantitativa: di brevetti ne vengono sfornati a pacchi mentre gli ingegneri hanno un interesse a mantenere il “sistema Google” il meno complesso possibile. Un’alternativa è che la nuova tecnologia non sia affatto nuova e che venga usata dal motore già da tempo.

Che al nascere di nuovi brevetti su tecnologie e algoritmi altisonanti la comunità SEO si faccia prendere dall’euforia è un fenomeno tutto italiano.

Purtroppo l’intero sistema dei brevetti, per come funziona, va considerato più uno strumento di acquisizione di asset che un’indicazione realistica di quante e quali tecnologie un motore di ricerca applica realmente.

Quanto appena detto significa che i brevetti devono essere prodotti e sfornati in quantità sul più ampio spettro di temi nei confronti dei quali l’azienda Google (o altre) possono avere interessi. Sono un modo per marcare un territorio e delimitare i confini, non una finestra su quanto un motore di ricerca lavora quotidianamente.

E quindi, così come è stato per il PageRank (che peraltro non è stato affatto brevettato da Google), alla nascita del prossimo algoritmo LSI o LDA o TrustRank (non correlabile a Google) il mio consiglio è quello di fregarsene, perché nella stragrande maggioranza dei casi si sta parlando di roba puramente teorica e non necessariamente applicata.

Aggiungo che in passato ero un divoratore di brevetti ma che col tempo ho ridotto sempre più il tempo dedicato alla loro lettura. La ragione è che ogni santissima volta che qualcuno cerca di “vendermi” un brevetto di Google come se fosse l’ultima frontiera dell’IR, io trovo nel comportamento del motore dei segnali che mi inducono a credere che gli algoritmi realmente usati da Google siano diversi da quelli indicati nel brevetto.

Questa è la ragione perché dietro l’interesse nei confronti dei brevetti ci vedo più una moda tutta italiana che una fonte autorevole di quello che Google fa.

L’undicesima cagata è tutta vostra

Avrò sicuramente dimenticato dei temi-tormentoni SEO che ci hanno accompagnato nel corso degli anni. I commenti sono a vostra disposizione per allungare la lista che ho iniziato. 🙂

189 Responses to Le 10 cagate SEO di cui non si dovrebbe parlare più

  1. Seo Anziano scrive il 26 September 2011 at 08:59

    “qualche pescatore di perle della Papuasia”

    credo averla sentita da Abatantuono in qualche film ma non ricordo precisamente quale (Mediterraneo?)

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:06

      @Seo Anziano: no, la citazione del “pescatore di perle della Papuasia” viene dallo script italiano del film “Dragnet” (Dan Aykroyd e Tom Hanks). 🙂

  2. Gianpaolo scrive il 26 September 2011 at 09:31

    Bravo Enrico!
    non avrei saputo fare un elenco migliore (e non mi capita spesso di pensarlo quando leggo boiarticolate sulla SEO ! 😉
    Aggiungo solo una considerazione:
    se io fossi un software automatico e volessi capire se sto tentando di over-ottimizzare un sito…
    o fossi un competitor che vuole sapere su quali parole chiave sta puntando il SEO di un sito…
    Secondo voi qual’è il primo posto dove guarderei?
    Ora sapete perchè in tutti i siti su cui ho lavorato negli ultimi 5 anni non troverete il tag keyword!

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:09

      @Giampaolo: convengo appieno con le considerazioni sui contenuti del meta tag keywords.

      Anni fa avevo realizzato un software di analisi antispam delle pagine web e l’algoritmo per l’individuazione delle doorway-farm si basava anche sui contenuti del meta tag keywords. Perché ammazzarsi di analisi complesse quando è lo stesso proprietario/webmaster/SEO a dichiarare esplicitamente per cosa vuole essere visibile? 😀

  3. Giorgio scrive il 26 September 2011 at 09:41

    Ben poco da aggiungere al tuo bellissimo intervento, Enrico: molto probabilmente lo userò come riferimento futuro da far leggere ad alcuni clienti…In particolare sono rimasto molto stupito nel vedere come i numeri forniti da Alexa siano stati in grado di bacare i cervelli di alcuni clienti!

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:12

      @Giorgio Riguardo Alexa, la cosa più incomprensibile è che è essa stessa a pubblicare sul proprio sito un disclaimer gigante sulla poca attendibilità dei propri indici. A dire il vero, per quanto gigante e trasparente, il disclaimer è un po’ infognato… chissà come mai.

  4. Francesco scrive il 26 September 2011 at 09:54

    Le lettere maiuscole nell’url Enrì 🙂

  5. Napolux scrive il 26 September 2011 at 09:57

    Amen fratello! 🙂

  6. salvatore scrive il 26 September 2011 at 10:05

    Ottimo articolo, concordo praticamente su tutto, in particolare sulla manìa di semplificazione che molti SEO hanno.

    Ma questo dipende dal fattore di improvvisazione, molti potrebbero provare le cose sul campo invece di scrivere scemenze nei propri blog senza pensarci.

  7. Fabio scrive il 26 September 2011 at 10:11

    detta da un cliente/collega: “conosco uno dentro Google che …………………..”

    Due chicche :
    responsabile di tutti i portali del comune di Genova : “del SEO non ci preoccupiamo, abbiamo appena fatto un’accordo per fa passare la macchinina a fare le foto delle strade, siamo tranquilli ci mettono primi per tutto quello che ci serve”

    CEO che si presenta alla riunione/discussione sull’ottimizzazione video con la felpa di YouTube:” questa (indicando la felpa) me l’ha regalata xxxx, fratello di yyyy, che lavora a Google nel team italiano di YouTube. Voi passateci i video poi al resto ci pensa lui.”

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:15

      @Fabio: Riguardo il “conosco uno dentro Google che…” ci sarebbero tante cose da aggiungere, il che va un po’ contro gli intenti di questo post. 😛

      Scherzi a parte, non escludo di poter tornare sopra questo argomento spinoso in futuro, quando avrò raccolto le idee e saprò bene cosa dire e come dirlo senza fare troppi danni. 😀

  8. Criss scrive il 26 September 2011 at 10:12

    Grandissimo Enrico,
    forse adesso da “pleistocene oggi” qualcuno si abbonerà ad “olocene today” 😉
    Però manca l’interrogativo base su tutte le nozioni che hai snocciolato…la SEO è morta? 😉

  9. Alessandro scrive il 26 September 2011 at 10:14

    Sei il mio mito!

  10. Alessandro Sportelli scrive il 26 September 2011 at 10:25

    Come dicevo altrove “superlativo”! oltre che estremamente divertente 😀 Speriamo che questa volta la capiscano…

  11. angela scrive il 26 September 2011 at 10:25

    :))))))))))))))))))))))))

  12. niguli scrive il 26 September 2011 at 10:27

    stampato e incorniciato (in sala riunioni ?)… lascio giusto un pò di spazio in basso.. per future aggiunte ed integrazioni…

  13. Vito Lioce scrive il 26 September 2011 at 10:31

    Bravo Enrico,
    fare ordine in questo argomento, è cosa buona e giusta! 🙂

  14. Antonio Correnti scrive il 26 September 2011 at 10:36

    Sto ancora ridendo.
    Bellissimo. Per la storia del tag keywords ho anche fatto dei test su dei vecchi siti anni fa e non posso che darti ragione, ma la cosa assurda è che realmente non sono più cagati dai motori di ricerca da anni e anni (li troverete nei nostri siti più vecchiotti), ma ancora molti sedicenti SEO quando facciamo codice mi dicono “mi raccomando tutti i meta, sopratutto keywords”… Muah!

  15. Sergio Gandrus scrive il 26 September 2011 at 10:37

    D’accordissimo.. col pagerank mi hanno letteralmente ucciso l’anima per anni.
    Solo un piccolissimo dubbio su AdWords che influenzi il ranking. Un cliente che è sempre gravitato in seconda pagina è magicamente arrivato primo dopo un consistente investimento in tal senso. Un caso?

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:17

      @Sergio Gandrus: sì, è un caso. Non escludo l’esistenza di persone che avrebbero convenienza a far credere il contrario, ma è un caso. 🙂

  16. Fabio scrive il 26 September 2011 at 10:39

    Ottimo articolo… anche io lo usero come arma contro gli pseudo esperti che sanno sempre tutto. Mi è piaciuta troppo la battuta Freudiana “totem falliforme”

    Ottimo voto 10 😉

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:27

      @Fabio: Riguardo il “totem falliforme”, anche se io ci scherzo, non escludo che un antropologo potrebbe correlare diversi comportamenti dei SEO alla soddisfazione di esigenze istintive invece che razionali. Forse non è un caso che sia proprio la razionalità, a volte, ad essere messa da parte in nome di congetture o convinzioni personali prive di basi. Questo mestiere mi sembra legato a ragionamenti più di pancia che di testa, almeno da quanto ho osservato io. 🙂

  17. Monica scrive il 26 September 2011 at 10:50

    Ottimo articolo Enrico, stavo morendo soffocata dalla risate mentre leggevo “Qual è la giusta keyword density? Chiunque si ponga questa domanda andrebbe esorcizzato….”

  18. Loris scrive il 26 September 2011 at 10:52

    Stratosferico!
    Sto ancora ridendo,
    ….mi sto guardando allo specchio per vedere se ritrovo qualcosa di quanto hai scritto… e rido ancora…. Complimenti!!

  19. Francesco Margherita scrive il 26 September 2011 at 11:11

    davvero ben scritto. Vero che AdWords non incide nel posizionamento. Ma indirettamente, il fatto di portare tanto traffico, magari su un sito nuovo, non potrebbe portare ad un aumento nella frequenza di caching dei contenuti?

  20. Fausto scrive il 26 September 2011 at 11:20

    Una sola parola: GRANDIOSO

  21. Massimiliano Navacchia scrive il 26 September 2011 at 11:21

    voglio partecipare anche io alla gara per la 11ma:
    “in realtà i 10 punti sopra elencati sono tutti pura Verità, ma vuoi screditare questa scienza per trarre in inganno e depistare la concorrenza.” 😀

  22. Assicuratore scrive il 26 September 2011 at 11:25

    E la diatriba maiuscole minuscole nei testi?
    Direi che si tratta di un’altra storia che dal pleistocene periodicamente continua a generare dubbi e congetture che si rivelano tutte perdite di tempo!

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:32

      @Assicuratore: Quella delle maiuscole e minuscole nei testi effettivamente l’avevo dimenticata, perché era da mooolto tempo che non la sentivo più. Però, anche se potrà stupire, a questa cagata mi sento di poter avanzare una microscopica eccezione: che le maiuscole possano essere utili come iniziali di parola quando c’è da far capire ai motori che si sta parlando di acronimi. Ma non ho mai fatto test in tal senso e quindi per ora rimane una mia impressione. 🙂

  23. Pingback: Anonymous

  24. Enrico Ferretti scrive il 26 September 2011 at 11:43

    Semplicemente stupendo! Quasi quasi lo stampo e lo metto in bacheca nella sala d’attesa del mio ufficio, per farlo leggere ai clienti prima di venire a parlare di seo col sottoscritto…..:-)

  25. Isabella Polo scrive il 26 September 2011 at 11:53

    Finalmente qualcuno che dice le cose “pane e salame”! Sto ancora ridendo, complimenti per l’articolo, ci voleva!!

  26. Fabio scrive il 26 September 2011 at 13:44

    E che dire di quelli che si firmano nei commenti, anzichè con il proprio nome, con un anchor text linkato al sito, sperando così di incrementare i backlinks? Per non parlare della classica frase: Complimenti, ottimo articolo…

  27. etrusco scrive il 26 September 2011 at 14:22

    Complimenti, ottimo articolo!

  28. Adriano De Arcangelis scrive il 26 September 2011 at 14:29

    Bellissimo post 😀 Hai ragione, le stesse domande che giravano sul forum di html.it nel 2003 😀 Fradefra ne sa qualcosa!

  29. Matteo Monari scrive il 26 September 2011 at 14:51

    bel post!

  30. Marco Bortolotti scrive il 26 September 2011 at 14:57

    Favoloso. le keyword nei meta tag sono un grande classico e Alexa ha sinceramente rotto gli zebedei! 🙂

    Solo una precisazione (inutile per chi legge con cognizione di causa): la keyword density è assolutamente ininfluente per il miglioramento delle SERP, ma questo non significa che una keyword density eccessiva non possa comportare penalizzazioni.

    Insomma: non scriverei 300mila volte una keyword in un testo, non solo perché “non serve a migliorare le cose”, ma anche perché “rischia di peggiorare le cose”.
    Sbaglio?

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:39

      @Marco Bortolotti:

      > non scriverei 300mila volte una keyword in un testo, non solo perché “non serve a migliorare le cose”, ma anche perché “rischia di peggiorare le cose”

      Sicuramente, solo che non la chiamerei “keyword density”, perché ormai l’espressione è stata abusata da tutti i fori e in tanti la associano ad un preciso calcolo matematico con la convinzione che venga realmente fatto dai motori di ricerca.

      Sarebbe più semplice usare una parola di uso comune come “quantità” o espressioni come “quantità eccessiva”: evitare le esprescionn supercazzole straniere che fanno tanto figo ma non significano niente è un buon modo per evitare il diffondersi di concetti fumosi.

      Non sarei così categorico se non sapessi che con i concetti fumosi c’è gente che ci campa. 😛

  31. nelli scrive il 26 September 2011 at 15:02

    Lol— troppo forte, ti usero’ come link di approfondimento ogni volta scatta una delle 10 domande 🙂

    ciao 🙂

  32. Pingback: Cagate Seo. Sì, proprio così | Social Media Marketing - Problogging.it

  33. Danilo scrive il 26 September 2011 at 16:09

    ciao,
    delle 10 cagate la mia preferita è la decima. Gran bel post 😉

  34. Michele Baldoni scrive il 26 September 2011 at 16:40

    @Francesco Margherita – Tutto quello che si fa, online e anche offline, porta beneficio indiretto e quindi migliori posizioni nelle SERP: un video virale di per sè non spinge un sito su su per la “classifica”, ma fa conoscere il sito a milioni di utenti che potrebbero visitarlo, linkarlo, condividerlo, UTILIZZARLO da li in avanti per i suoi acquisti. Una campagna Adwords ha lo stesso effetto secondo me e non va fatta per far salire il sito nel ranking, ma va fatta con lo scopo di raggiungere un ben altro motivo di marketing.

    Un post come questo, ben scritto, divertente e completo aiuta sicuramente il sito, in quanto sta ricevendo, in questo istante, twittate, condivisioni, link a manetta.

    m2c

  35. Luigi Sciolti scrive il 26 September 2011 at 16:45

    Te l’ho già detto un sacco di volte… ma non è mai abbastanza… Sei un grande! 😀

    Mi dai il permesso di stamparlo e appenderlo in ufficio vicino i divanetti della sala d’attesa? 🙂

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:57

      @Luigi Sciolti: grazie, Luigi! Il permesso di affissione è a tua disposizione, mi spiace solo non averne fatto un riassunto in formato infografica. 😀

  36. erika scrive il 26 September 2011 at 17:00

    e cosa si fa quando il tuo capo si presenta con le statistiche Alexa (mentre non vuol sentir parlare di Analytics) e vuole ancora il metatag keywords..?

    • LowLevel scrive il 26 September 2011 at 22:52

      @erika: Mi allontano dal tuo caso specifico e rispondo invece per linee generali.

      Ci sono due tipi di capi: quelli che assumono un dipendente con esperienza per sapere da lui/lei che cosa fare e quelli che assumono dipendenti per fargli fare sempre e comunque quello che il capo preferisce. Uno dei due tipi di capo fa crescere i dipendenti e l’azienda, il tipo rimanente crea stagnazione e danni. Tutto sommato, la soluzione dipende solo da quale capo ci scegliamo. 😉

  37. Damiano Congedo scrive il 26 September 2011 at 17:01

    Purtroppo alcune non sono mode italiane.

    Per esempio Jerkovic, autore di Seo Warrior, dà veramente tanta importanza al PageRank nel suo libro.

    E’ davvero un peccato visto che è un buon libro, anche se costa troppo.

  38. AntonioMecca scrive il 26 September 2011 at 17:04

    Uno di quei post che ho letto fino alla fine, commenti inclusi.
    Bravo.

  39. Marco Savona scrive il 26 September 2011 at 17:05

    Semplice fantastico questo post!

  40. Manuel scrive il 26 September 2011 at 17:55

    Finalmente un bel modo di iniziare la settimana!
    GRAZIE

  41. Sergio Farinell9 scrive il 26 September 2011 at 18:48

    You make my day 🙂

    Stampato, Affisso in bacheca, condiviso.

    Domani ordino anche delle gigantografie per la sala riunioni e la sala d’aspetto……
    Grazie ancora.

    Sergio

  42. Laura scrive il 26 September 2011 at 19:16

    semplicemente fantastico… mihai fatto morire dal ridere.. e dal piangere dal momento che è tutto tristemente vero!

    ora però parliamo anche delle directory 😉

    :-p

  43. pino scrive il 26 September 2011 at 20:48

    Purtroppo ci sono “esperti SEO” che sfornano un video al giorno, inviano email su lezioni SEO gratuite e che continuano a parlare del metatag keyword. Mi auguro che questo tuo post riduca sensibilmente le cagate che si leggono in rete sulla SEO (forum compresi!). Complimenti per il post!

  44. LowLevel scrive il 26 September 2011 at 20:59

    Grazie a tutti per l’accoglienza di questo post. Sono contento che sia piaciuto!

    Ho notato tra i commenti qualche considerazione interessante e non mancherò di commentare anche io nelle prossime ore. 🙂

    Fino ad allora ne approfitterò per analizzare gli accessi al sito scaturiti da questa pubblicazione: si tratta infatti del post di LowLevel.it più gettonato fin dalla nascita del blog e sarà interessante studiare il piccolo fenomeno virale che ne è scaturito.

    Anche di questo, vi ringrazio. 🙂

  45. Antonio Ficai scrive il 26 September 2011 at 21:03

    chiaro e diretto, bravo!

  46. francesco margherita scrive il 26 September 2011 at 21:40

    ciao Low Level. Il tuo post è divertente e Giorgio Tave lo ha Twittato. Forse se passa per il mio blog e twitta un mio post succede la stessa cosa che è capitata a te, o forse no…io non sono simpatico come te. Comunque, se vogliamo fare la prova…Giorgio, hai sentito? 😉

  47. fradefra - ex SEO ora Chef scrive il 27 September 2011 at 00:13

    Madonna, m’è parso di tornare indietro di dieci anni!!

    Cavolo, hai ragione, è sempre strano notare come ci sia gente che ancora oggi da domande o discute su cose che erano già vecchie nel 2003 (come dice Adriano).

    Chissà come mai su Internet tutto va alla velocità della luce, salvo certi SEO che restano ancorati ad un passato che non hanno neppure conosciuto, perché era già vecchio quando loro iniziavano :p :p

  48. Esimio Collega scrive il 27 September 2011 at 00:17

    Felicitazioni, encomiabile scritto!

    • Alessandro webmarketing scrive il 7 April 2017 at 10:13

      Pagerank un totem falliforme sono morto dalle risate… you win

  49. Pingback: News interessanti per questo Mese - Seoline la tua linea SEO | SeoLine - La Tua Linea Seo

  50. fil scrive il 27 September 2011 at 02:24

    le keywords SERVONO anche per Google. Un sito con keywords che trattano stessi argomenti di un sito senza keywords compare prima nei risultati di ricerca.

    Dimostrazione: guardare il sorgente di questa pagina -.-“

  51. Belisma scrive il 27 September 2011 at 09:37

    Ottimo post, veramente utile, non sapevo se cadere dalla sedia per le risate o se mettermi le mani nei capelli per la semplicità e l’acutezza delle informazioni.
    Brava!

  52. Luca Bove scrive il 27 September 2011 at 09:42

    Grande post

    eppure c’è un sacco di gente che mi fa ancora ste domande.
    la prossima volta do direttamente il link

  53. Boazano scrive il 27 September 2011 at 09:49

    Oltre al resto scrivi anche molto bene, il “Piero Angela” della SEO! 🙂
    Tra l’altro il successo che hanno i “mistici” elenchi non accenna a diminuire anzi … rimane il formato ideale per un post di successo.

  54. Andrea Moro scrive il 27 September 2011 at 11:14

    Mi trovi d’accordo praticamente quasi su tutto, ma non sulla keyword density.

    Mettila cosi’, cerca di spiegare ad un cliente cosa sia la tassonomia, il concetto dei barrels o la Kemenization. Quando vedrai che dopo i primi 5 secondi il cliente ti guarda stralunato e sta per alzarsi dal tavolo e andare all’agenzia della porta accanto, vedrai che anche tu sarai costretto a spiegare loro cosa e’ la keyword density che tanto odi.

    Non siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda e il discorso e’ molto semplice. Devi dare al tuo “uccellino” la pappa pronta, altrimenti questo ti muore.

    Rendo l’idea?

    • LowLevel scrive il 27 September 2011 at 13:49

      @Andrea Moro: Riguardo la keyword density, non solo non mi è mai capitato di dover inventare concetti inesistenti per spiegare una cosa semplice a qualcuno, ma ti assicuro che è possibilissimo comunicare adattandosi al profilo dell’interlocutore ed usando normalissime parole italiane quando non è opportuno fare uso di tecnicismi o slang di settore. Sopratutto perché al cliente va spiegato quello che serve realmente sapere, non concetti accademici che a lui non sarebbero utili.

      Poi ovviamente ognuno è libero di parlare della cicogna quando deve spiegare come nascono i bambini. Ma fino a quando io sarò in grado di spiegarlo senza tirare fuori cicogne e keyword density inesistenti, la riterrò la soluzione migliore ed una prova che è possibile farlo. 🙂

      Ripiegare sulla cicogna è una sconfitta per la comunicazione e per la didattica. Si possono ottenere risultati molto migliori senza inventarsi cagate. 😀

  55. Dario de Judicibus scrive il 27 September 2011 at 11:57

    UNDICESIMA: ma perché se cerco il mio sito su Google ho ben 1237 riscontri meno di ieri????

    Risponderei con una domanda: ma davvero tu pensi che il numero di visite che ricevi in rete abbia una qualsiasi relazione con la qualità e affidabilità dei contenuti che immetti in rete? Controprova? Prova a mettere in rete un post del tipo: la prova fotografica di come la Gelmini è diventata ministra, senza censure. Vedrai come ti sale il rank!

  56. Pingback: Eccoti 10 (SEO)post che non dovresti perderti...

  57. Pingback: The 10 crappiest mythical SEO questions | I Love SEO

  58. salvatore scrive il 27 September 2011 at 13:49

    A spaccare il capello dovremmo parlare anche degli sciagurati che hanno messo in giro la voce che i “Like” di Facebook servono a farti “salire” nei risultati di ricerca, o che i +1 di Google sono stati introdotti per…

    Per la verità anche sulla semantica ho letto cose abominevoli, non starei a demonizzare un singolo concetto (la keyword density alla fine è solo una misura non SEO effettuabile su un testo, come la “edit distance”): il punto è chi mette in giro certe voci senza fondamento, si spaccia per quello che non è, fa il prestigiatore con i suoi clienti e – “udite udite” – compare nei risultati di ricerca ancora oggi.

    • LowLevel scrive il 27 September 2011 at 14:26

      @salvatore: la demonizzazione della keyword density acquista una sua ragion d’essere nel momento in cui ti rendi conto che, per come è stata concepita in questo specifico settore, non è mai stata una semplice misura di qualcosa ma è stata trattata dall’inizio (anni fa) come una formula magica. C’è ancora gente che, nel 2011, produce documenti SEO in cui c’è scritto che la keyword density giusta è dell’X%. Non so se si coglie l’aberrazione: giusta. In senso universale. Questa roba viene diffusa, divulgata e persino venduta.

      Quando parlo di “cartina di tornasole” che fa emergere un sottobosco di ignoranza lo faccio proprio perché il concetto di keyword density è stato sin dall’inizio gestito dai SEO per veicolare minchiate, per darsi una parvenza di competenza informatica di fronte a persone che si son fatte affascinare da termini altisonanti. Siccome ho appena risposto ad un commento di Andrea Moro in cui si parla di keyword density e clienti, non vorrei che si pensasse che mi sto riferendo a lui o alla sua professionalità. Per niente. Io mi riferisco a come questa espressione è stata usata negli anni e come viene usata tuttora.

      Ti dirò di più: la diffusione dell’espressione è avvenuta esclusivamente in ambito SEO, perché prima degli anni 90 la keyword density esisteva sicuramente come concetto (del resto è un semplice calcolo percentuale) ma per certo non sotto questo nome. La keyword density è stata usata dai SEO come uno strumento di marketing e purtroppo è stata solo veicolo di disinformazione, tra i SEO stessi e all’esterno della comunità.

      A beneficio di chi non svolgeva ancora l’attività di SEO anni fa, riporto un esempio dello scenario del 2005 legato alla keyword density, per come lo descrive E. Garcia nel suo famoso articolo “The Keyword Density of Non-Sense“:

      On March 24 [2005; NdR] a FINDALL search in Google for keywords density optimization returned 240,000 documents. I found many of these documents belonging to search engine marketing and optimization (SEM, SEO) specialists. Some of them promote keyword density analyzer tools while others talk about things like “right density weighting, “excellent keyword density”, KD as a “concentration” or “strength” ratio and the like. Some even take KD for the weight of term i in document j, while others propose localized KD ranges for titles, descriptions, paragraphs, tables, links, urls, etc. One can even find some specialists going after the latest KD “trick” and claiming that optimizing KD values up to a certain range for a given search engine affects the way a search engine scores relevancy and ranks documents.

      C’è un’espressione appropriata per descrivere tutto ciò: snake oil. 🙂

  59. Andrea Moro scrive il 27 September 2011 at 13:52

    Evidentemente sei sempre incappato in clienti che non hanno mai avuto problemi di capire la vera natura delle cose e magari non sono rimasti “vittime” di predecessori che li hanno infarlocchiati per benino prima del tuo passaggio.

    Cmq mi hai dato uno spunto di riflessione con la tua ultima frase. Magari e’ ora di fare ordine e cercare di inculcare i concetti giusti.

  60. salvatore scrive il 27 September 2011 at 14:52

    Sì chiaro, sono d’accordissimo sulla sostanza ma estenderei lo spettro d’azione del “debuking” (va di moda chiamarlo oggi :D) a TUTTE le minchiate SEO che ci propinano.

    La KD al limite poteva * al limite * essere letta come una condizione necessaria ma non sufficente, traducendosi in un’ovvia considerazione pratica: “se stai ottimizzando per una parole ABC vuoi inserirla qualche volta nella pagina, no?”

    Oggi, con la semantica dei motori ed il lookup dei sinonimi, questo problema praticamente non si pone più (anche se secondo “SEO Warrior” del 2009… lasciamo perdere!).

    Attenzione poi a non sottovalutare neanche i filosofi del social, quelli che fanno lezioni di aria fritta sempre e comunque. A me sembra pazzesco che si ragioni sulla keyword density “ottimale” così come sul “prendere backlink dai domini .gov” (oh sì, corrompendo le autorità… come sennò :D) o su qualsiasi altra finta sovra-ottimizzazione.

    Fermo restando che dire “keyword density” suona figo per molti, evidentemente, ed è una semplificazione balorda di algoritmi di matching testuale di 30 anni fa.

  61. Max scrive il 27 September 2011 at 15:03

    Certamente è un post molto interessante ma, battute a parte, mi sembra un tantino esagerato dire che di certe cose non si deve parlare mai più, in campo SEO.
    Soprattutto per quanto riguarda le penalizzazioni (non sempre così facili da interpretare) e la (presunta) influenza degli annunci a pagamento di Google sul posizionamento (dove tu stesso dici “Sono certo che prima o poi tornerò sull’argomento”), credo che se ne parlerà ancora molto nel prossimo futuro. E a ragione.

  62. Vincenzo Galliano scrive il 27 September 2011 at 20:18

    Complimenti, devo dire che per la prima volta mi sono divertito a leggere di SEO 🙂

    Comunque sempre riguardo il PR aggiungerei:

    “Quando sarà il prossimo aggiornamento?”

    rotfl

  63. Stuart D. scrive il 27 September 2011 at 21:07

    Ciao Enrico,
    non so se volontariamente o meno, ma il titolo stesso del tuo articolo implicita una possibile 11esima delle 10 “GAGATE” “SEO”… l’esistenza delle so-called “Poison Words”

    🙂

    Mi associo ai complimenti per il post, davvero divertente.

    Stuart.

  64. Josè Scafarelli scrive il 27 September 2011 at 23:15

    Articolo semplicemente fantastico!
    :-))
    Leggendo mi erano venute in mente un paio di domande seo-cagata, ma sono troppo stanco per scriverle… non vorrei scriverne di troppo grosse per mancanza di lucidità!
    🙂
    Complimenti vivissimi per la simpatia e per la competenza!
    1abbraccio a tutti
    Josè

  65. Graziano scrive il 28 September 2011 at 12:13

    Bravissimo! Amo questi articoli che ci insegnano ad usare la nostra testaccia!

  66. Pingback: Consigli ed Errori SEO: Post di Enrico Altavilla Settembre 2011

  67. Andrea Panella scrive il 30 September 2011 at 08:50

    M aggiungo ai commenti, e dato che insegno seo a studenti universitari, ho inserito questa “dispensa” nel mio programma di corso.

    grazie!

  68. Angedras scrive il 30 September 2011 at 14:15

    Peccato che in molti corsi Seo si parli ancora di tutti questi aspetti!!!! Bravo Enrico!!!

  69. Pingback: Quiz SEO bastardo numero 4: lunghezza massima del TITLE - LowLevel’s blog

  70. erika scrive il 4 October 2011 at 14:31

    @LowLevel

    – D’accordissimo con te sulla distinzione che fai tra il capo che fa crescere te e l’azienda e quello che crea stagnazione e danni.

    Lo sono un pò meno invece sulla possibilità di scegliere in un periodo di crisi come questo.

    La soluzione? Diventare capi di sè stessi.. 😉

  71. Pierpaolo scrive il 17 October 2011 at 15:19

    @Enrico
    Concordo su tutta la linea!!!
    Non è cosi semplice farlo capire ma bisogna pur cominciare!!

    Post stampato e messo in bacheca !!

  72. Trance Designer scrive il 18 October 2011 at 18:40

    Io ho in concorrenza aziende SEO che propongono posizionamento garantito… Sto pensando seriamente di metterlo a listino anche io…

    • Stefano Quitadamo scrive il 4 November 2012 at 12:07

      Grande sto ancora ridendo… ma ora la domanda nasce spontanea.. ad oggi (novembre 2012) le cagate sono aumentate?

  73. Peppe scrive il 19 October 2011 at 12:10

    Nell’informatica l’uso dell’umiltà è una delle prime regole.

    • LowLevel scrive il 19 October 2011 at 12:42

      @Peppe : e nel teatro trovi personaggi con caratteri funzionalmente sgradevoli. 😉

  74. Sabino scrive il 22 October 2011 at 10:12

    Non sono esperto al contrario di tutti qui dentro, ma quantomeno ho fatto tesoro dei principi. Si dimostra che l’approccio del “boscaiolo” in tutti i campi dello scibile è sempre apprezzabile. Grazie.

    A mio modestissimo parere la questione della “keyword density”, o non l’ho capita o è dura da mandar giu. Un “algoritmo” (per definizione povero/nullo semanticamente) che abbia la pretesa di capire di cosa parli un testo (Goedel, Turing … ed altri si rivoltino nella tomba) quantomeno fa di conto di quante volte “occorre” una frase in un testo, salvo poi valutarne la patologicità. A meno che il senso della bocciatura sia per livelli di KD che vanno oltre una misura fisiologica, direi che il principio ci sta. In fondo anche un prete nel dire messa ripete spesso i concetti, premesso che non ripete all’infinito “non peccate…”.

    Secondo, ma qui andiamo lontano ed è il vero senso dell’intervento.

    Da ignorante, se guardo sulla rete o se guardo testi ed articoli trovo che a questo parametro (gli altri sono ok) viene data dignità ovunque (per esempio credo che http://www.ranks.nl di “page analyzer” ne faccia un business…). Qui è il contario. Per caso gli iscritti a ranks.nl stanno tutti buttando dollari?

    A chi devo credere? O meglio: su quali basi si fonda questa affermazione? O meglio ancora: in materia SEO esistono basi almeno empiriche per costruire delle tesi?

    Concludo. Da neofita ho come il timore che, oggi più di ieri, la materia SEO sta diventando meno deterministica che mai. O no?

    Perdona l’approccio S.Tommaso, e mi complimento per il post ed il blog, che da oggi ha un “seguace” in più….

    Un saluto. Sabino.

    • LowLevel scrive il 24 October 2011 at 01:34

      @Sabino: Ciao, son contento che il post sia piaciuto. 🙂

      Il concetto di fondo sul calcolo delle occorrenze di una parola è corretto. Non che esso coincida con quanto fa un motore per calcolare l’inerenza di un testo con una query, ma può essere una sua parte.

      Ad essere errata è quella specifica implementazione di quel concetto che viene chiamata “keyword density”, che da un lato è troppo semplice e dall’altro ha il grave difetto di essere stata usata per fornire indicazioni in termini assoluti, per esempio: “è meglio mantenere la keyword density tra X e Y” o affermazioni simili.

      Riguardo la semplicità, il danno creato con la diffusione del concetto di KD è stato quello di far credere a molti SEO che i motori di ricerca valutassero l’inerenza di una query con un testo usando proprio la formula della KD. Questo è falso, in quanto i motori hanno da sempre usato ben altre formule (e più complesse) per effettuare quelle valutazioni.

      Riguardo il tono assoluto di certe suggerimenti che si son letti nel corso degli anni, il danno prodotto è stato quello di far credere che esistesse un valore “ottimale” o un intervallo di valori ottimali. Anche questo è falso, proprio perché (vedi sopra) le formule realmente usate prendono in considerazione anche quali parole sono usate nel documento, quante sono nel complesso le parole che contiene, quanto spesso le parole della query compaiono nel documento, quanto spesso le parole della query compaiono in tutti gli altri documenti del corpus, e diversi altri parametri. E conta che stiamo ancora parlando dei calcoli sulle parole, ma sarebbe giusto precisare che in realtà la valutazione dell’attinenza tra query e documento sfrutta i suddetti calcoli solo come base per formule ancora più complesse, che abbandonano il regno delle parole per sfociare in rappresentazioni strettamente matematiche.

      Di fronte alla complessità delle formule realmente usate dai motori di ricerca, lo scenario che si è venuto a creare è stato quello che ha visto la diffusione di una formula falsa ma comprensibile a tutti.

      Su quali basi si fondano tutte queste affermazioni? Le basi sono quelle dell’Information Retrieval, che è la disciplina di riferimento per coloro che i motori di ricerca li progettano e creano. Studiando un po’ di IR è possibile conoscere concetti e modelli realmente usati dai motori di ricerca e acquisire una visione un poco più realistica di quanto un motore fa nel concreto a livello tecnico. Non c’è bisogno di credere alle asserzioni mie o altrui: se proprio è necessario appoggiarsi a qualcosa, è meglio farlo sulla disciplina stessa.

      Per i motori di ricerca molto semplici è possibile comprovare l’applicazione di specifiche tecniche attraverso test SEO, mentre per i motori di ricerca più complessi è da anni impossibile, attraverso test SEO, riconoscere le formule realmente usare. L’unica cosa che sappiamo per certo è che la scienza è andata ben oltre quel semplice calcolo percentuale su cui si fonda la KD, che ovviamente non è mai stata usata come formula nemmeno dai motori di ricerca open source (alcuni di buona fattura ma sicuramente distanti per complessità da Google & company).

      Il concetto quindi è: se proprio bisogna tirar fuori formule (e io sono uno di quelli che suggerisce di non tirarle fuori affatto) che almeno abbiano una parvenza di scientificità dietro. E invece ci troviamo nella condizione in cui si trovavano certi contadini del secolo scorso, che praticavano ancora il salasso alle bestie nonostante la scienza medica avesse da tempo dimostrato la sua inutilità e dannosità.

  75. roberto scrive il 26 October 2011 at 00:48

    Me Gusta Mucho il tuo approccio 🙂

    ma a ‘sto punto……
    fatti 89 (commenti…)

    arriviamo a 100 no ?

    bravo !

  76. Pingback: Come creare pagine web perfettamente ottimizzate? La ricetta di SEOmoz | Siti Web Template

  77. Merlinox scrive il 17 November 2011 at 00:26

    Scusami Enrico, ma letta la tua prima riga non ho resistito 🙂
    http://www.youtube.com/watch?v=geYx3lh30fU

  78. Dario Amato scrive il 18 November 2011 at 13:15

    articolo pressochè encomiabile da ogni suo punto di vista..il concetto di keyword density o keyword approximately sono concetti ancora un pò ostici,che comunque fanno ancora scaturire parecchi dissensi.

    E’ chiaro che la parola chiave deve comunque essere presente all’interno di un content: come si pretende di essere indicizzati se google non trova negli elementi onsite la parola chiave con cui siamo cercati?! Purtroppo la sottile linea di demarcazione fra spam e SEO non è ancora un argomento di piena competenza da parte di tutti..

  79. SEO pito scrive il 18 November 2011 at 18:36

    Ha’ voja…

  80. Pingback: Contenuti duplicati: facciamo il punto della situazione « Seo

  81. Pingback: Aumentare le visite puntando lo zeitgeist « Seo

  82. Pingback: Cagate SEO virali: web analysis di un fenomeno sociale - LowLevel’s blog

  83. Luvaltol scrive il 6 December 2011 at 17:42

    Ciao, dato che sono abbonato a “Pleistocene Oggi”, leggo i post con mesi di ritardo.

    due o tre considerazioni.

    * spesso di queste “cagate” un seo ne deve parlare perchè quando si trova nello stabilimento di un cliente, il programmatore di macchine cnc si è informato un pochino ed ha letto le guide che NOI abbiamo messo in giro.

    * Alexa Rank… negli ultimi giorni ben due agenzie di pubblicità hanno chiesto il valore di alexa, senza il quale non prenderebberop nemmeno in considerazione di vendere un solo banner. Fate voi.

    * 8. AdWords e AdSense. Le considerazioni che fai sui network di link (io le li chiamo “matrici”) non mi sembrano molto una “cagata” da essere incluse tra le “10 cagate”. Ho parecchie scottature in merito.

    Ciao. Luca

  84. Sabino scrive il 6 December 2011 at 18:12

    Ciao Luvaltol, mi sa che hai tirato un paio di sassi nello stagno…..

    Ho forse capito che AdWords e AdSense non sono poi quella bibbia che si ritiene? O meglio, mi stai dando conferma di un sospetto che mi arrovella da parecchio?

    Altra cosa…. Alexa è affidabile? Occhio che è dura da mandar giù. E come farebbe a rilevare il traffico? Con un calcolo empirico? Ha facoltà divinatorie?

    Ciao.

  85. Marco D'Amico scrive il 7 December 2011 at 12:36

    In assoluto la cagata SEO che meno sopporto è la 7.
    I clienti che citano l’Alexa Rank passino pure, ma i colleghi marketer proprio no. Non li sopporto più!

  86. Massimo Perini scrive il 13 December 2011 at 14:18

    Ciao!
    Sono d’accordo su tutto, però avrei una considerazione da fare su AdWords.
    Come è già stato detto in qualche commento, il traffico che porta adwords potrebbe influenzare indirettamente anche l’organico.
    Più gente porto sul mio sito e più questo diventa famoso, ovviamente. Se ho dei contenuti interessanti, questa fama poi porterà anche ad essere linkato naturalmente, condiviso sui social network ecc… il che porterà poi di conseguenza ad un miglioramento nelle serp.
    Che ne pensi?

    • LowLevel scrive il 13 December 2011 at 22:24

      @Massimo Perini: le influenze indirette del traffico possono esistere, ma a questo punto è corretto associarle a qualsiasi tipo di iniziativa che genera traffico, dalla pubblicità in TV ad un evento offline, e non ad AdWords in maniera specifica. La bufala che gira, invece, fa proprio riferimento a presunte relazioni dirette tra i soldi dati a Google per AdWords e a miracolose influenze positive sul traffico organico. Su questo punto ritornerò sicuramente in futuro. 🙂

    • roberto scrive il 11 September 2013 at 20:08

      Molto spiritoso bravo !
      un annotazione che credo condividerai : adwords non aumenta il posizionamento in modo diretto, ma sicuramente una campagna adwords ben ottimizzata per determinate parole chiave, fa registrare un aumento di visitatori per quelle keyword. se poi l’ utente trova anche quello che cerca…. bingo ! il posizionamento ne trae vantaggio.

  87. Pingback: Google contro Google: l'assurda convinzione che esista un solo Google | LowLevel’s blog

  88. federico ripamonti scrive il 5 January 2012 at 12:24

    mi spiace ma il post non dice nulla di utile/nuovo secondo me, inoltre IMHO (e sottolineo IMHO, poi ognuno fa quel che gli pare sul proprio blog) dovresti imparare a scrivere senza insultare i tuoi potenziali lettori 😉

    • LowLevel scrive il 5 January 2012 at 12:37

      @federico ripamonti: Grazie del commento, lo apprezzo per la civiltà. 🙂 Il linguaggio scelto per questo specifico articolo fa volontariamente da filtro, mi scuso se ho indotto dubbi circa la sua funzione. 🙂

  89. fradefra - ex SEO ora Chef scrive il 5 January 2012 at 13:54

    @Enrico
    Ahhhhh, finalmente qualke insulto te lo bekki anke tu! Di solito sono io quello ke viene attaccato x forma ed altro. L’altro giorno ho ricevuto 1 “gentile” messaggio FB da 1a xsona ke mi ha insultato xké ho scritto di nn volere auguri di natale e capodanno di massa :p :p :p

  90. Gianps scrive il 5 January 2012 at 16:40

    eeeeeehiiiii!
    se si tratta di insultare Enrico ci sono anche io!!!!
    Prendete il numero e mettetevi in fila!

    PS: auguri di massa per Francesco.

  91. paolo scrive il 24 January 2012 at 08:54

    Sono stupito dalla quantità di gente che sembra sulla buona strada quindi.L’articolo è sicuramente buono non mi piace molto il tono sprezzante nei confronti di chi non fa o fa degli sbagli però questo è anche un modo per non essere noiosi mi immagino.
    Però mi viene una domanda se è vero che siamo in tanti ad occuparci di SEO perchè i siti che vedo sono almeno al 98% assolutamente ignoranti di SEO nel senso che proprio non lo mettono in pratica prima di realizzarli?Si appiccicano un pò di parole chiave nelle meta e via cosi………..

  92. seowebmaster scrive il 31 January 2012 at 17:31

    Commentare questi post è sempre un piacere… Enrico sà come attirare l’attenzione!

    http://www.google.it/search?q=10+cagate+seo
    su Google dà circa = 239.000 risultati, la maggiorparte dei quali riconducibili a questo (senza virgolette).

    ma questo post, visto da Google parlerà di: seo o cagate ??

    perchè rispetto alla keyword = SEO si trova posizionato all’84° posto su circa: 1.020.000.000 risultati
    rispetto alla keyword = cagate si trova posizionato al 9° posto, su circa: 1.480.000 risultati
    ma rispetto alla keyword = 10 (sorpresa) si trova posizionato al 76° posto su ben: 25.270.000.000 di risultati

    Analizzando quindi questa benedetta keyword density…
    la keyword = cagate compare 14 volte nel testo
    la keyword = SEO compare 99 volte nel testo + links
    la keyword = 10 compare solo 12 volte nel testo

    Eppure si potrebbe dire che questa pagina si trova meglio posizionata sulla keyword = 10 cioè quella che compare con minor frequenza e anche la meno considerata.

    A questo punto c’è da chiedersi: quanto conta ottimizzare una pagina per una keyword = XYZ se poi dall’esterno vengo linkato con delle keyword = ZYX mi spiego…

    10 cagate SEO = con questo anchor-text questa pagina riceve molti links dall’esterno e quindi viene “indicata” prima come = 10, poi come = cagate, infine come = SEO

    lasciando da parte la keyword = cagate, perchè poco competitiva (anche se è stato questo termine ad attirare gli utenti umani)

    come si posiziona sulle 2 keyword rimanenti ?

    10 SEO = si trova al 35° posto su circa: 718.000.000 di risultati
    SEO 10 = si trova al 19° posto su circa: 719.000.000 di risultati

    Morale della favola? un testo scritto e ottimizzato per la keyword = SEO in realtà non viene = cagato poco da Google per questa keyword, ma più su una keyword trascurabile e in accoppiata a risoluzione inversa.

    Enrico, ha centrato il punto… siamo lontani dal capire le logiche di un motore di ricerca.

    un saluto.

  93. seowebmaster scrive il 31 January 2012 at 17:52

    dimenticavo… per me l’11° è sicuramente:
    “il nome a dominio che contenga keywords è la cosa più importante”
    mi sono trovato con gente diposta a spendere alte cifre per un nome a dominio, che ha sicuramente la sua importanza, ma allo stesso livello o quasi del meta tag keywords… ma d’alronde molta gente ancora ci campa su queste: 11 SEO cagate

  94. Achille scrive il 31 January 2012 at 20:34

    Seowebmaster sei un grande! 🙂

  95. Giacomo Pelagatti scrive il 31 January 2012 at 21:14

    @seowebmaster:

    Morale della favola? un testo scritto e ottimizzato per la keyword = SEO in realtà non viene = cagato poco da Google per questa keyword, ma più su una keyword trascurabile e in accoppiata a risoluzione inversa.

    Sarà che sono un po’ stanco, ma non ho proprio capito quale sarebbe la “morale della favola”, e cosa c’entra in tutto ciò il numero di risultati restituito da Google: me lo rispiegheresti? Grazie. 🙂

    P.S.: Enrico non “ottimizza” ciò che scrive per la “keyword SEO”. Enrico scrive di SEO, con ovvia competenza e (cosa molto meno ovvia) in italiano corretto, usando un linguaggio naturale e accessibile. That’s all. 🙂

  96. Carmelo scrive il 1 February 2012 at 00:29

    Lo rispiego in altra forma, sperando di essere comprensibile.
    Si è parlato di keyword density si o no? Indipendentemente dallo scopo per cui si scrive, qui la keyword che ha maggior frequenza (in aumento) è = SEO

    Ma essendo + importante la link-building dall’esterno (come siamo linkati) questa pagina è piú rilevante nelle SERP digitando la key = 10 anzichè = SEO facendo un semplice rapporto tra numero di risultati e posizionamento.

  97. Giacomo Pelagatti scrive il 1 February 2012 at 00:42

    Ah, grazie del chiarimento. Non condivido la metodologia che hai usato per stimare la competitività di una keyphrase (il numero di risultati restituito da Google è un indicatore piuttosto inaffidabile, in quanto farlocco, anche per ciò che in teoria dovrebbe rappresentare), ma condivido senz’altro il resto. Caso vuole che proprio oggi mi sia ritrovato a dover spiegare a un cliente che la keyword density è una cagata pazzesca. 🙂

  98. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 00:54

    Carmelo sono io, prima scrivevo da cellulare…

    ma naturalmente un sito web è fatto anche di link in uscita, e qui la maggiorparte sono diretti o taggati con la keyword = SEO (a cui mi sono accodato anch’io).

    ciò che è valido in contesto, non è detto che sia valido in un altro.
    ciò che risulta in alcune SERP può essere diverso in altre, in base a dei fattori su cui indagare… ad esempio le serp da cellulare

    http://www.google.it/m/search?q=SEO&site=mobile

    sulla keyword = SEO questo pagina ora si posiziona al 4° posto!
    che cosa ha avuto rilevanza (?) ottimizzazione, link in entrata o link in uscita… forse nessuna di questa cose…

    forse perchè il sito è accessibile anche via cellulare, riceve delle visite da user-agent mobili e anche dei post (come nel mio caso).

    quindi, siamo punto da capo o la si può scrivere anche la 12° cagata seo ? 🙂

  99. Massimo Perini scrive il 1 February 2012 at 01:05

    @seowebmaster: ma hai cancellato cookies e cache? Da qui non la vedo proprio questa pagina con la chiave SEO, neanche tra le prime 10 pagine, nè mobile nè normale.

  100. SEO pito scrive il 1 February 2012 at 01:34

    Io in quarta posizione per la secca [SEO] vedo il sito di Wanna Marchi.

  101. SEO pito scrive il 1 February 2012 at 01:35

    Ah, dimenticavo: io uso Ask.

  102. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 15:18

    Vi assicuro che c’è ora si trova al 3° posto!
    ma dovete cliccare su questa query url per vedere le SERP di Google mobile, cioè quelle risorse web che si adattano ai vari terminali mobili, in XHTML 1.0 mobile profile.

    http://www.google.it/m/search?&site=mobile&q=SEO

    al 1° posto c’è il mio sito, al 2° posto il forum GT, al 3° posto questa pagina… in parte spinta a galla dai miei post!

    forse voi Enrico & company sarete degli esperti SEO per quanto riguarda Google versione desktop, ma sul mobile (scusate la presunzione) l’esperto è il sottoscritto.

  103. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 15:42

    quindi la 12° cagata SEO per me è senz’altro questa :

    che tra Google desktop e Google-mobile non ci sia alcuna differenza!

  104. Marco Bortolotti scrive il 1 February 2012 at 16:00

    @SEO pito:

    be’ tutti sanno che Vanna Marchi ha acquistato ASK prima di finire in galera. Credo l’abbia pagato in alghe. 🙂

  105. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 16:23

    io stò condividendo le mie conoscenze qui… di solito non lo faccio!
    E non ho mai partecipato a corsi seo, essere preso per culo non mi piace. Enrico puoi gentilmente cancellare tutti i miei post? grazie.

  106. Massimo Perini scrive il 1 February 2012 at 16:29

    @seowebmaster: sei sicuro di aver cancellato cookies, cache, bookmarks ecc…? Di solito quando verifico le serp uso proprio un altro browser rispetto a quello abituale, in cui cancello tutti i dati privati prima di effettuare una ricerca. I risultati, usando il link che hai fornito per google mobile, mettendo seo come chiave di ricerca, mi dà come primi 3 risultati tutte pagine di wikipedia, e il tuo sito (quello che hai linkato nel tuo nome, immagino) lo dà alla 47esima posizione (quinta pagina). Questa pagina di lowlevel in cui stiamo scrivendo viene ora alla posizione 79, pagina 8.

    • seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 17:21

      @Massimo Perini sei sicuro di aver cancellato cookies, cache, bookmarks ecc…?

      io di solito uso google chrome con la navigazione in incognito…

      e quando sono loggato su Google imposto la cronologia web come = disattiva qui https://www.google.com/history/ anche se in questo caso alcuni risultati nelle SERP si personalizzano in base a Google+1

  107. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 16:56

    devi usare una rete mobile per connetterti (probabilmente) perchè Google identifica sia l’user-agent, sia l’apn e altro per restituire dei risultati al client! io ad esempio stò usando vodafone in questo momento, ma con un apn web…

  108. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 17:08

    in questo momento invece stò usando un apn WAP con Opera.Mini e cliccando su questa query URL

    http://google.it/m/search?&site=mobile&q=SEO

    noterai i risultati di cui ho scritto prima… ma la cosa dovrebbe funzione anche con un browser desktop e una conn. ADSL o altro.

  109. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 17:41

    http://www.seowebmaster.it/google/mobile.png

    è uno screenshot fatto 5 minuti fà… a scanso di equivoci stò parlando di Google versione per cellulari.

  110. Andrea scrive il 1 February 2012 at 18:09

    Io non sono un esperto seo nè del mobile nè del desktop, però credo che tu veda una serp personalizzata. Facendo il logout e cancellando i cookie vedo una serp simile a quella del desktop che corrisponde a quella descritta da massimo perini nei commenti sopra..
    My two cents

  111. Massimo Perini scrive il 1 February 2012 at 19:03

    @seowebmaster: confermo ora i tuoi risulati se aggiungi la variabile site=mobile. Opzione anche attivabile in basso con selettore. Anche la prima volta avevo usato il tuo link, ma per qualche ragione non aveva attivato i risultati da siti per cellulari. Se ho ben capito, questi sono i risultati di siti che hanno anche una versione per cellulare.

  112. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 19:13

    Ripeto che stò usando una rete APN (Access Point Network) di un operatore mobile, anche da PC e la ricerca e filtrata sui risultati per cellulari.

    http://seowebmaster.it/google/immagine.png

    questa è la parte finale della pagina di ricerca, se non la visualizzi non sei su ricerca mobile.

  113. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 19:15

    Esattamente… quindi la 12° cagata SEO è confermata! 🙂 finalmente

  114. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 19:19

    12° cagata SEO (mobile) la metto in neretto…

    Tra Google desktop e Google-mobile non c’è alcuna differenza!

    invece c’è differenza anche notevole.

  115. Marco Bortolotti scrive il 1 February 2012 at 19:27

    Scusate, ma se in dieci siamo riusciti a vedere il risultato che ci indica Seowebmaster solo dopo che ci è stato dato l’indirizzo esatto, facendo prove e discussioni… non è che, magari, il risultato più comune per i normali utilizzatori di Mobile sia quello che vedeva prima Massimo Perini?

  116. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 19:37

    diciamo che questa è un opzione di ricerca Google, come lo sono la ricerca immagini, la ricerca su Google-maps, etc. ma chi si collega a Google da qualsiasi cellulare, smartphone, iphone, visualizza anche l’opzione = cellulare

    non mi sembra una cosa trascurabile lato SEO come non lo sono le altre.

  117. Giacomo Pelagatti scrive il 1 February 2012 at 20:02

    Restringendo la ricerca alle pagine per cellulari, effettivamente vedo anch’io questo post al #5 per la query [SEO], e non si tratta di una SERP personalizzata, in quanto anche appendendo il parametro “&pws=0” i risultati non cambiano:
    http://www.google.it/m/?site=mobile&q=seo&pws=0

  118. Giacomo Pelagatti scrive il 1 February 2012 at 20:06

    Oscilla fra la terza e la quinta posizione.

  119. Marco Bortolotti scrive il 1 February 2012 at 20:20

    @seowebmaster

    No, no, assolutamente. Non intendevo dire che fosse trascurabile. Mi stavo solo domandando se, di default, chi usa il cellulare senza conoscenze particolari avrebbe visto un risultato o l’altro.
    Io ho fatto un tentativo, con smartphone GalaxyIIS collegato alla rete Tre, e i risultati sono stati uguali a quelli indicati da Massimo.
    Mi chiedevo dunque (e ancora mi chiedo) cosa accade alla maggioranza delle persone, pur non trascurando la parte minoritaria.

  120. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 20:28

    in passato neanche le immagini o risultati di google maps e Youtube venivano mostrati nella normale ricerca web… oggi invece si e si è aggiunto anche Google+1

    cosa vi fà pensare che prossimamente i risultati delle pagine per cellulari non vengano mostrate alla normale ricerca desktop ?

    oppure che collegandosi con un apn WAP ancora molto usato sui cellulari, non vengano visualizzati questi risultati prima degli altri.

  121. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 20:43

    Vorrei anche farvi notare un’altro particolare…
    la mia pagina index = http://www.seowebmaster.it/index.html che in base a molte query tra cui = SEO (non stò a farvi l’elenco) su ricerca mobile è al 1° posto, non è in XHTML mobile profile!

    cambiare DTD non serve a indicare a Google, che una determinata pagina è adatta alla navigazione mobile… contano altro fattori, tra cui il peso in KB, la struttura, la presenza di una sitemap.xml mobile!

    questo risultato in particolare non è stato intenzionale per me semplicemente l’ho scoperto e ora stò traendo delle conclusioni.

  122. francesco margherita scrive il 1 February 2012 at 21:06

    WordPress è meglio di Joomla per fare blog. Uno dei motivi per cui è vera quest’affermazione è che ognuno che abbia commentato un post inserito in un blog WP riceve notifica di tutti i commenti che arrivano su quel post…in generale è una gran figata. In questo caso, comincia ad essere fastidioso 😉

    • LowLevel scrive il 1 February 2012 at 21:27

      @francesco margherita: in effetti ho notato un po’ di off topic ed è doveroso prendere atto dell’ondata di testi ricevuti.

      Posto che ulteriori cagate oltre la decima sono già state proposte e ampiamente discusse, per evitare potenziali fastidi ad altre persone iscritte ai commenti chiedo a tutti di spostare le discussioni sui nuovi argomenti emersi (es: mobile) altrove e di tornare ad usare i commenti come… commenti al post originario.

      Grazie. 🙂

  123. seowebmaster scrive il 1 February 2012 at 21:56

    Enrico i commenti off-topic fanno parte di qualsiasi blog

    ma non è l’unico questo dove postando argomenti relativi alla mobile SEO vengono visti come non riguardanti la SEO per il semplice motivo che gli accessi da terminali mobili, sono percentuali ancora troppo base per essere considerate.

    Quando gli accessi cresceranno superando la Mobile-Search può superare la Web-Search (50 milioni di Italiani hanno un terminale mobile con accesso a internet e nel Mondo si stimano circa 2 miliardi) diventerà argomento fisso…

    • LowLevel scrive il 1 February 2012 at 22:18

      @seowebmaster: non ho detto che il mobile è off-topic col SEO. Ho detto che una lunghissima discussione sul SEO-mobile non è molto attinente con l’argomento di questo specifico post.

      Siccome ho notato altre occasioni in cui i commenti vengono usati come se fossero un forum di discussione su qualsiasi argomento venga in mente e siccome ad alcune persone questo atteggiamento ha dato fastidio, è giusto che io mi faccia scrupolo di quelle persone e che mi preoccupi dei fastidi recati.

      Grazie per chi capirà il limite oltre il quale le nostre azioni possono diventare fastidiose. 🙂

  124. Fabio Buda, Netdesign scrive il 8 February 2012 at 14:52

    Carissimo Enrico,
    è molto originale (e spassoso) il tuo modo di criticare le obsolete, inflazionate, e forse storicamente inutili, tecniche SEO.

    Credo comunque che, per colpa del tua eccessivo criticismo, tu ti sia limitato a discutere di pratiche/domande pseudo-SEO già da tempo abbandonate da parecchi professionisti SEO.

    Mi salvo comunque questo link, può sempre tornare utile.

    Un Abbraccio,
    Fabio Buda, Web Developer/Designer @netdesign

    • LowLevel scrive il 8 February 2012 at 15:06

      @Fabio: confermo la volontà di limitarsi a quanto i professionisti SEO già da tempo considerano cagate di poca importanza. 🙂

  125. Pingback: Meglio un - o un + come separatore URL? | alVerde.net

  126. Web scrive il 12 March 2012 at 09:56

    Ogni tanto si ride leggendo cose utili.
    Ciao (link da alverde).

  127. bellimbusto scrive il 30 March 2012 at 10:35

    @Giacomopelegatti

    hai ragione sul fatto di spiegare la cagata della keyword density, quella che invece io riscontro maggiormante è questa: “Ho perduto il pageRank!Avevo 4 e adesso ho 3. Il sito non va più!”.

    Molti invece, anzichè guardare l’ottimizzazione on site del proprio sito ed i contenuti che scrivono, preferiscono prendere in considerazione un’altra cagata, quella di Alexa, che il buon @lowlevel ha già descritto perfettamente.

    Fra un pò il seo lo faranno in casa, anzichè affidarsi ai professionisti. mah!

  128. Pingback: » Keyword density - posizionamento - Pagina 2

  129. andrea "gareth jax" Scarpetta scrive il 8 October 2012 at 21:45

    tu non ci crederai ma la keyword density è rispuntata, anzi ci è stata risputata in faccia. Ma se vuoi saperne di più dovrai torturare il Martin 😀

  130. lisa scrive il 3 March 2013 at 12:52

    ciao, molto interessante ikl tuo articolo, hai una buona penna, ironica quanto basta per catturare il lettore, di fatto quello che dici non e’ cosi’ per tutti, c’e’ chi ha motivo di tenere conto della classifica alexa perche’ e’ grazie a questa che le aziende offrono collaborazioni a chi e’ ben posizionato in tale classifica, e io in questi ultimi due mesi ho perso 2000 posizioni pur avendo migliorato il mio traffico mensile 22.000 visite mensili non sono poche no? da 6800 sono scesa al 9400, in due mesi, la popolarita’ aumenta, il mio tempo di visita e’ di 6 minuti in media e scendo scendo….. puo’ dipendere da qualcosa settato male nel blog di blogger? non so che fare…grazie lisa

  131. Pingback: SEO Magic: Prova del Tool @merlinox

  132. Pingback: » Rank .nl

  133. Giacomo Pelagatti scrive il 7 May 2013 at 00:30

    @Enrico

    C’è ancora gente che, nel 2011, produce documenti SEO in cui c’è scritto che la keyword density giusta è dell’X%. Non so se si coglie l’aberrazione: giusta.

    Aperte virgolette:

    Il software SEO MAGIC è uno strumento che permette di ottimizzare per il SEO un sito in ogni suo aspetto secondo le logiche imposte da Google.
    Anche nel calcolo delle density segue questi concetti, corrette densità calcolate in determinati campi come da logiche degli spider ci permettono di rifiinire un lavoro con precisione matematica anche questo aspetto.
    La piattaforma calcola le chiavi e combinazioni in un testo esattamente come le calcola Google permettendoci quindi di affinarne la densità con finalità di posizionamento.

    Chiuse virgolette.

    Oltre all’espressione “corrette densità” (sottolineo corrette), mi preme anche evidenziare l’usum ad minchiam della parola “spider”, e la frase “rifiinire [sic] un lavoro con precisione matematica”. 😀

  134. Merlinox scrive il 7 May 2013 at 09:35

    Giacomo quel software l’ho pure provato e non ti dico quante me ne sono prese per le mie considerazioni.

  135. Giacomo Pelagatti scrive il 7 May 2013 at 19:17

    Lessi… Bisognerebbe darti un premio solo per averlo provato. 😀

    • Merlinox scrive il 8 May 2013 at 08:54

      Sai bene che non merito tanto. Tutto è nato da una discussione su G+ (aperta da Mariachiara) e dall’insistenza dei rappresentanti del SW che fosse una cosa “uber alles”. Il problema non è stata l’inutilità del software (almeno potevano attaccarsi alle API di wordpress) ma la loro convinzione sui risultati.
      Era da provare, inutile dirlo.

  136. melchiorre schifano scrive il 24 May 2013 at 17:12

    Veramente un post da incorniciare. L’ho letto fino in fondo, e ho letto molti dei commenti (tra l’altro non avevo vai visto cosi’ tanti commenti in un post solo). Grazie per le risate che mi hai fatto fare, sei un mito !!!

    • LowLevel scrive il 13 June 2013 at 12:15

      @melchiorre: Grazie, Melchiorre, son contento per le risate. 🙂 Per puro caso oggi ho pubblicato sia il tuo commento sia una nuova edizione de “le 10 cagate”. Spero ti piaccia.

  137. Pingback: Le 10 nuove cagate SEO di cui non si dovrebbe parlare più - LowLevel’s blog

  138. lauryn77 scrive il 16 June 2013 at 16:13

    LOL

  139. Massimo Foletti scrive il 28 June 2013 at 19:04

    Voto 10

  140. Sandra Bandu scrive il 9 August 2013 at 03:59

    Utile ed attule. Grazie

  141. Nando scrive il 12 August 2013 at 23:51

    Che dire… sono senza parole! Un post eccezionale con contenuti esposti in maniera ironica ed allo stesso tempo veritieri. Mi sono fatto delle gran risate e soprattutto ho avuto conferma ad alcune domande che mi ponevo da tempo. Complimenti Enrico!

  142. Bodhisattva scrive il 10 November 2013 at 17:52

    Ciao, leggo questo post con qualche anno di ritardo. Tanto per cominciare io NON SONO un SEO. Però sono un matematico, e da qualche tempo ho iniziato a interessarmi di seo. Ho iniziato partendo dall’information retrieval e dai vari modelli matematici che propone. Non avendo nessuno che mi spieghi “empiricamente” come si ottimizza una pagina mi sono reso conto presto che le informazioni reperibili online sono pesantemente contraddittorie, così in questo oceano di informazioni farlocche mi trovo a selezionare qualche fonte che mi sembri più attendibile delle altre (questa è la ragione che mi porta a scrivere qui). In definitiva per farmi un’idea di come procedere (mi riferisco solo all’ottimizzazione on-page) uno dei metodi che sto utilizzando è quello di pigliare un certo numero di pagine ben posizionate e che abbiano un numero molto basso di link inbound (in modo da essere certo che il posizionamento è dovuto per lo più all’ottimizzazione interna), e passare queste pagine al setaccio, ossia utilizzare alcuni degli algoritmi dell’IR per capire come vengono usate le parole chiave all’interno dei vari elementi della pagina. Diciamo che un centinaio di pagine costituiscono un buon campione statistico per avere un’idea (i.e. per avere degli “score” medi su cui si attestino gli elementi di queste pagine, score forniti dagli algoritmi IR). Ora, per lo più utilizzo il modello vettoriale e il BM25 che hai citato tu (ma sto approfondendo anche LDA, modelli probabilistiti e topic modeling).
    Vengo al punto:
    come mai butti a mare così la keyword density? Mi spiego meglio; sono perfettamente d’accordo con te che la KD è uno strumento rozzo e inadeguato e che CERTAMENTE google utilizza metodi di score molto più complessi e raffinati però ecco il punto è che la KD non è altro che uno score molto semplice di affinità tra un documento e una query che ha la proprietà di crescere all’aumentare dell’occorrenze della query nel documento e di diminuire al crescere della lunghezza del documento, stop. Ora, per quanto google possa raffinare i suoi algoritmi relativi al testo questi saranno sempre algoritmi IR o varianti sviluppate ad hoc, insomma c’è una vasta letteratura in materia, in ambito accademico si è scritto molto sulla cosa e con buona probabilità google non sta inventando nulla, o sta inventando poco. Il punto è che QUALSIASI modello IR anche il più avanzato e complesso (ad esempio anche l’Okapi BM25 che citi tu) è una versione affinata, o molto affinata, della KD. Manterrà sempre e cmq la proprietà di fornire uno score che cresce al crescere del numero di occorrenze della keyword e di decresce al crescere della lunghezza del documento. Ovviamente lo farà in modo molto più intelligente del calcolo brutale (parole della keyword)/(parole totali) e terrà conto di altri fattori però ecco tra la KD e il BM25 c’è la stessa differenza che passa tra un metro da sarta e un micrometro laser; sono due strumenti molto diversi e il micrometro laser è molto più sofisticato ma di certo è basato su un “principio ispiratore” molto simile…tra le altre cose poi c’è da dire che quando tu ottimizzi una pagina per una data chiave anche se non utilizzi modelli matematici e formule magiche però di certo la tua esperienza ti darà un’idea di che parole usare, quante volte ripetere una chiave, dove metterla, quanti sinonimi, quante parole semanticamente affini utilizzare, tutte cose che farai istintivamente grazie all’esperienza ma che se vuoi formalizzarle il modo più semplice è la KD…voglio dire che anche se non la chiami KD e non ne parli esplicitamente in ogni caso ste benedette parole chiave dovrai pur metterle da qualche parte e decidere quante devono essere su un testo di lunghezza data… quindi per capirci, tu vuoi buttare a mare l'”altisonanza” del gergo (“keyword density”) per sottolineare che di certo google utilizza metodi di score più complessi o vuoi buttare a mare proprio tutto il concetto? No perché nel secondo caso mi sa che butti a mare tutto l’IR…intendiamoci non voglio essere polemico, sono solo affamato di informazioni e il fatto che le chieda a te è di fatto un attestato di “stima”. Tra le altre cose ci sono fonti che mi sono parse abbastanza attendibili che assegnano all’ottimizzazione on page tramite modelli più o meno complessi una certa importanza. Ad esempio questo grafico pubblicato da moz.com (è attendibile?) http://dc8hdnsmzapvm.cloudfront.net/rand/wp-content/uploads/2013/08/rank-factors-pie-2013.gif che
    assegna un buon punteggio a questioni tipo tf*idf che è un modello la cui complessità è a metà tra quelli stupidi come la KD -.- e il BM25. Che ne pensi? Perdona la prolissità

    • andrea "gareth jax" Scarpetta scrive il 11 November 2013 at 01:06

      Mi è arrivato l’alert della discussione in email. Interessante punto di vista. in my humble opinion la keyword density dovrebbe essere una metrica destinata a studi accademici su testi MOLTO lunghi (es: il nome della rosa). Il problema è che viene data come “valore aureo” a chi deve scrivere i testi, quindi con una KD del 3,5% su 100 parole di testo, ne risulta che il buon copywriter deve inserire una data keyword 3 volte…e mezza.

      Mi spiego ? nelle grandissime (come dimensioni) agenzie i controlli di questo genere partono dal risultato finale: Dobbiamo ottenere una KD di X,x% e sennò bisogna riscrivere parte del testo. E bovinamente tutti si devono adattare alla santa percentuale, pena il deragliamento dei processi aziendali che sono fatti “in serie” (o in “Batteria” come un pollaio).

      Attendo comunque il parere di Enrico 😀

    • LowLevel scrive il 11 November 2013 at 01:40

      @Bodhisattva: grazie del commento! Mi spiace un po’ parlare di IR in questo contesto goliardico, ma la tua domanda è lecita. 🙂

      Quello che “voglio buttare a mare” è l’eccessiva banalizzazione/semplificazione che, applicata a casi concreti, causa danni. La keyword density è un concetto semplice che instilla nella gente l’errata convinzione che la rilevanza di un documento rispetto alla query sia proporzionale alla mera quantità di volte in cui le parole della query appaiono nel documento stesso.

      Questa proporzionalità non trova riscontro nella realtà perché, come detto, formule più sofisticate (e più probabilmente applicate dai motori di ricerca) sradicano il concetto “più volte i termini appaiono e più il documento diventa rilevante per la query”. Lo stesso Okapi BM25 prevede un meccanismo per impedire agli eccessi di rendere il documento troppo rilevante, ma non è difficile ideare una formula che renda il documento meno rilevante al presentarsi di frequenze eccessiva della parola, come Matt Cutts stesso mostra in questo video.

      Per finalità didattiche indirizzate a chi vuole fare SEO, presentare un modello basato strettamente sulla quantità è inoltre diseducativo, perché in un settore che si avvia verso l’analisi semantica dei contenuti, rimanere mentalmente ancorati a “quante volte scrivo X” significa ridurre la disciplina del copywriting ad un mero esercizio di soppesamento delle parole.

      All’atto pratico, molti siti SEO arrivano persino a suggerire valori di una fantomatica “keyword density ideale” in senso assoluto, il che è ovviamente dannoso anche in termini pratici. Bisogna quindi essere consapevoli che questo sottobosco culturale di “non capisco un cavolo di come funziona il motore e quindi per scrivere i testi mi fido di una voce di corridoio letta sul web” non trae certo beneficio dalla diffusione di luoghi comuni ed estreme banalizzazioni. Da qui il mio obiettivo di far capire che ‘sta keyword density è una cazzata quando viene usata dai SEO nella pratica.

      Per concludere, è ovvio che alla fine i testi verranno “soppesato” da diversi algoritmi e che diverse formule si basano anche sulla quantità di istanze in cui una parola è associata ad un documento, tuttavia è bene che questa consapevolezza rimanga solo a livello teorico, perché a livello pratico applicare un concetto obsoleto come la keyword density alle proprie attività SEO sarebbe come se, nel 2013, un medico praticasse un salasso.

      Il messaggio dedicato ai normali webmaster e SEO dunque è: “Google non usa questa idiozia, tenetene conto quando dovrete scrivere testi.”.

  143. Seowebmaster scrive il 11 November 2013 at 02:30

    Questo post diventa sempre più lungo che la keywords density sulla key = SEO la si può testare direttamente qui 🙂

    in effetti applicare formule matematiche sulle keywords non funziona (ne parlo solo per esperienza diretta) ma è molto importante il “modo” in cui si scrive!

    (questo testo ha come soggetto un AEREO)

    Esempio 1) Ho appena prenotato un AEREO perchè vorrei fare le prossime VACANZE estive nella bellissima isola di IBIZA

    (questo testo ha come soggetto VACANZE)

    Esempio 2) Vorrei fare le prossime VACANZE estive nella bellissima isola di IBIZA perchè ho appena prenotato un AEREO

    (questo testo ha come soggetto IBIZA)

    Esempio 3) IBIZA è una bellissima isola e vorrei prenotare un AEREO perchè vorrei farci le prossime VACANZE

    stesse parole, stessa keywords density, stesso concetto espresso, cambia il soggetto!

    Quale di queste 3 frasi si andrà a posizionare meglio per la key = IBIZA (?)

    E per le key = IBIZA VACANZE (?)

    E per le key = VACANZE A IBIZA (?)

    E per le key = VACANZE IN AREO (?)

    E per le key = IBIZA AEREO (?)

    Quanto conta La semantica qui ?

    E io se io linko le pagine in un certo modo anzichè un altro… la semantica è ancora importante?

    E se io titolo le pagine in un certo modo, quanto ha rilevanza ?

    E se io decido un certo URL anzichè un altro?

    E se la pagina si trova nel 10 livello del sito del web, anzichè nella root principale ?

    E se il mio nome a dominio ha le key = Aereo ma non Ibiza o Vacanze… riesco a posizionarmi per la key = IBIZA ?

    Ho montato il concetto di Keywords Density già 10 righe fà 🙂

  144. Merlinox scrive il 11 November 2013 at 10:22

    Aggiungo solamente che qualcuno ha anche pensato di vendere software – nemmeno economici – basati esclusivamente sul keyword densitity: questo purtroppo è il passaggio da un concetto “di base” al male.

  145. Bodhisattva scrive il 11 November 2013 at 15:09

    Ti ringrazio per il chiarimento così veloce. : D
    Ho anche visto il video di Matt Cutts, molto interessante. Di fatto anche lui associa un andamento della kd al ranking…però specifica che superato un certo valore di kd il ranking scende. In definitiva è proprio questo il concetto di kd ideale, ossia la kd corrispondente al picco di ranking. Il punto che sfugge ai più però è che questo valore dipende da una quantità notevole di fattori e non è universale, così come al variare di questi fattori esisterà anche un BM25 ideale e così via. Ad esempio dipende anche dalla lunghezza del testo, dipende dal “contesto semantico”, ovvero dalla quantità di parole semanticamente affini presenti nel testo, dipende probabilmente anche dal tipo di parola chiave e dal posizionamento delle altre pagine; ad esempio se in home ho una chiave primaria che ottiene un buon posizionamento e su un’altra pagina utilizzo una corrispondenza generica della chiave primaria probabilmente qui gli score ideali saranno più bassi rispetto a quelli di una chiave completamente indipendente. Insomma si può congetturare a lungo ma direi che siamo tutti d’accordo sul fatto che il concetto di valore ideale universale di kd sottende una semplificazione irragionevole della realtà.

    • LowLevel scrive il 11 November 2013 at 20:57

      @Bodhisattva: Ma il punto è che la KD è una formula ben precisa, non un concetto astratto di “attinenza”.

      Ciascuna di queste formule calcola un indice di attinenza query-documento che viene usato poi come moltiplicatore nel calcolo dell’indice di ranking definitivo.

      Keyword Density: è la percentuale di parole del documento che corrispondono alle parole cercate dall’utente. E’ una funzione lineare. Il valore massimo è 1 e quindi se questa formula venisse effettivamente usata dai motori di ricerca, essa attribuirebbe il peso maggiore ai documenti composti al 100% da parole presenti nella query dell’utente. Dire che esiste una KD ideale e inferiore al 100% equivale a dire che i motori di ricerca non usano questa formula ma un’altra.

      BM25: Produce una curva asintotica. La formula è stata pensata in modo che ripetizioni sempre maggiori della keyword nel documento non producano un indice di attinenza query-documento linearmente proporzionale.

      Quello che usa effettivamente Google (qualunque cosa sia): Sembra essere una parabola o qualcosa di simile. All’inizio la curva cresce, poi superati certi valori l’indice di attinenza diminuisce.

      Tutto questo giusto “pour parler”, perché tanto le parole digitate dagli utenti non corrispondono necessariamente a quelle che Google usa in fase di retrieval (visto che le query vengono espanse) e questo significa che, qualunque sia la formula usata, conoscerla non serve a niente. 😀

  146. GENin scrive il 18 November 2013 at 12:53

    O mamma, spettacolare questo articolo; da tempo non ridevo così tanto leggendo una pagina web. A parte ci sarebbero un sacco di cose da aggiungere; mi vine in mente un mio caro cugino che ultimamente mi fa certe pippe tipo quelle sopra elencate sulle alt delle immagini, il numero dei tag h1, h2 etc etc …. però gli voglio bene.

  147. Pingback: Le 4 Ragioni Per Cui La SEO è Morta... Almeno In Parte | The Wonder Web

  148. Pingback: Le 10 cagate sul social media marketing del 2014 - Studio Samo

  149. Pingback: » Ma se i fattori(keyword density, mipiace e +1 google etc) non sono fattori SEO quali?

  150. Pingback: » test seo con densita 6.99

  151. roberto scrive il 28 December 2014 at 23:49

    Porca vacca… siamo allle porte del 2015 e in libri e corsi seo ci sono capitoli interi dedicati alla keyword density… addirittura ad un famoso seminario con tanto si maxi schermo ci si è lanciati PROPRIO NEL CALCOLO : ” se scrivo 300 parole il 6% di 300 è …”
    vabbè… buon anno a tutti !

  152. Pingback: Quando Google ti aiuta a scrivere meglio

  153. Emily scrive il 11 September 2015 at 12:55

    E’ il primo articolo che leggo e ho riso di gusto. Grazie. Vorrei comunque conoscere la tua opinione riguardo i tag, sempre più sconsigliati. Curo diversi siti e di solito ne utilizzo in grande quantità, considerando ogni variante (es. trappola topi, trappola per topi, trappole topi, trappole topi, trappola topo ecc). I tempi sono cambiati però, per cui credo che questo lavoro sia diventato quasi inutile. Certo è che dopo l’inserimento dei diversi tag ho assistito a dei miglioramenti e le relative pagine si sono posizionate tra i primi 20-30 risultati. Come potrebbe spiegarsi una cosa simile se i tag non hanno più valore, a detta di molti? Ti ringrazio anticipatamente per la risposta e ne approfitto per congratularmi. Credo che il tuo blog costituisca una risorsa utile e apprezzo tantissimo l’ironia e lo stile di scrittura, oltre alle informazioni preziose s’intende 🙂 .

  154. Pingback: » Alcuni siti super autorevoli, sono realmente competitor impossibili ad superare?

  155. Alessandro Alex scrive il 4 May 2016 at 01:04

    Esatto, tutto giusto!

  156. Stefano scrive il 20 May 2016 at 16:33

    Ciao, do il mio contributo tardi però perché non hai messo le keyword nella pagina e quindi non la trovato…. scherzo dai.
    Personalmente ho trovato questo articolo interessante è ancora a tutt’oggi concretamente vero ma aggiungerei vissuto come aggettivo emergente. Perché mi è piaciuto molto il tuo punto di vista, semplice ma nello stesso tempo chiaro ma un po’ gradasso. Non frintendermi, ma mettendomi nei panni di un semiSeo mi sarei sentito un po’ offeso per poche espressioni nel tuo articolo. È ovvio che si parte da zero ed è ovvio che in molti ripeteranno i tuoi punti da non ripetere. Pensa che esistono aziende che ancora telefonano e ti dicono che il loro sito ha pr 5. Mi è capitato nemmeno un mese fa. Per tornare al tuo articolo si nota che hai la percezione naturale dei sistemi odb, credo sia questa la chiave magica per essere un vero seo, capire le cose, farle proprie per diffondere nel web qualunque cosa, con responsabilita ed educazione civica e morale.
    Un saluto

  157. Max scrive il 23 May 2016 at 05:20

    Questo articolo è semplicemente fantastico!

  158. cocco bill scrive il 8 November 2016 at 08:14

    In relazione al punto 9 “Che peso ha il meta tag keywords?” vorrei chiedere se si tratta di un concetto diverso dai , dal momento che la versione html dell’articolo ne abbonda. Grazie per una eventuale risposta che mi aiuterà a chiarire le idee sul tema.

    • LowLevel scrive il 31 March 2018 at 09:26

      Ciao cocco bill, i property=”article:tag” sono del tutto diversi dal meta tag keywords, perché si tratta di proprietà dell’Open Graph di Facebook, che è un modo per aggiungere meta dati strutturati ad una pagina, in modo che vari servizi (a cominciare da Facebook) possano sfruttarli in qualche modo.

      Non vi è evidenza che Google sfrutti i contenuti di queste property in qualche modo.

  159. cocco bill scrive il 8 November 2016 at 08:15

    In riferimento al precedente commento, per concetto diverso dai deve intendersi concetto diverso dai meta property=”article:tag” content=”key”. Chiedo scusa …

  160. Pingback: » Offerta della SEAT (Pagine Gialle): 499 euro...conviene? - Pagina 2

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

More in Just SEO
Google Labs chiude: qualche lezione SEO da non dimenticare

A seguito della "salita al potere" di Larry Page in Google, una delle conseguenze minori ma di immediato impatto è...

Close